Avviare un processo culturale di sensibilizzazione e di riorientamento dell’attività delle istituzioni ai bisogni e al benessere delle famiglie e combattere la denatalità: questo l’obiettivo del Protocollo d’intesa che è stato sottoscritto il 13 febbraio a Trento tra la Provincia autonoma di Trento e la Regione Umbria.
L’attenzione della Regione Umbria alla famiglia trova conferma anche nei numeri, visto che ad oggi hanno già aderito 15 Comuni umbri al “Network nazionale dei Comuni amici della famiglia” (Todi, Perugia, Città di Castello, Foligno, Castel Ritaldi, Marsciano, Umbertide, Torgiano, Spoleto, Bastia Umbra, Deruta, Collazzone, Acquasparta, Terni, Orvieto) e 3 Comuni hanno ottenuto la certificazione “Family in Italia” (Perugia, Todi, Foligno). Presenti alla conferenza stampa di lunedì 13 febbraio anche due rappresentanti dell’Associazione Nazionale Famiglie Numerose (ANFN): Vincenzo Aquino e Elisabetta Mazzeschi.
“La firma di questo protocollo – ha detto l’assessore Luca Coletto – permette di accelerare in Umbria un processo culturale di sensibilizzazione e di riorientamento dell’attività delle istituzioni ai bisogni e al benessere delle famiglie, consentendo di sperimentare nuove politiche, nuovi modelli organizzativi e di welfare”.
L’assessore, dopo aver evidenziato che “in Umbria la popolazione residente è prevista in decrescita – da 865 mila residenti nel 2021 a 835 mila nel 2030” – ha sottolineato “che è stato registrato un forte calo delle nascite, in particolare nel periodo novembre 2020 e febbraio 2021, a cominciare da 9 mesi dall’inizio della pandemia. Ma questo clima di incertezza, anche economica, è presumibile che continuerà a esercitare un effetto riduttivo sulla natalità anche nel corso dei prossimi anni – ha aggiunto – È quindi necessario mettere in atto azioni in grado di fronteggiare, o per lo meno attenuare, le problematiche che inducono a impedire o rallentare la formazione di famiglie o la decisione di non avere figli o rinviarne la nascita”.
Concludendo, Coletto ha ricordato che la Regione Umbria annualmente, a partire dal 2020, finanzia l’intervento a favore delle famiglie numerose con 4 o più figli attraverso la erogazione di un contributo regionale. A tale intervento si è aggiunto, a partire dal 2021, un ulteriore stanziamento di risorse regionali per finanziare un bando per l’erogazione di un contributo “una tantum” a favore delle famiglie dei nuovi nati. Intervento quest’ultimo che verrà reso strutturale anche in un’ottica conciliativa dei tempi di vita e lavoro grazie alle nuove risorse del POR FSE + 2021-2027 in avvio.
La vicepresidente dell’Assemblea legislativa dell’Umbria, Paola Fioroni, esprimendo soddisfazione per la firma del documento, ha ricordato che “è frutto di un percorso che ci ha visti fortemente impegnati a sostegno delle richieste dei Comuni umbri che già fanno parte del Network dei Comuni amici della famiglia delle associazioni e delle famiglie stesse, che in questa fase di grande insicurezza, hanno bisogno di essere sostenute dalle istituzioni con politiche continuative per affrontare in modo strutturale le fragilità che caratterizzano i nuclei familiari, in particolare quelli più giovani, o quelli con difficoltà economiche e sociali e per sostenere, anche attraverso politiche per la conciliazione tra tempi di cura e attività lavorative, chi decide di creare una nuova famiglia. In questo contesto, la Provincia di Trento, ha strutturato un insieme di azioni unico in Italia”.
Presente nella delegazione umbra anche Paola Occhineri dei servizi sociali Regione Umbria, presente in rappresentanza della dirigente Enrica Ricci, assente per impegni istituzionali. In apertura dell’incontro, l’assessore alle politiche familiari della Provincia autonoma di Trento Stefania Segnana, ha commentato: “Il Trentino promuove buone prassi che vengono viste, conosciute e apprezzate da molte regioni d’Italia e oggi firmiamo il Protocollo d’Intesa con la Regione Umbria a conferma della bontà delle politiche trentine e la loro attrattività e diffusione a livello nazionale.”
L’assessore ha poi aggiunto: “Sono scaturiti riscontri positivi dai nostri interventi sul territorio ed è per noi fonte di orgoglio se essi vengono emulati e apprezzati, anche oltreconfine. La Provincia autonoma di Trento crede molto in queste politiche a favore delle famiglie, conoscendo anche le difficoltà che esse vivono nell’affrontare la quotidianità. Stiamo aiutando anche i giovani da un punto di vista economico durante l’inizio del loro cammino di vita, in particolare nell’arrivo del primo figlio. Il periodo Covid non ha aiutato e noi dobbiamo aiutare le famiglie e i giovani a ricredere nel futuro. Infine, ringrazio la Regione Umbria per l’attenzione alle nostre politiche e confido in un reciproco scambio per crescere assieme”.
Luciano Malfer, dirigente generale dell’Agenzia provinciale per la coesione sociale, ha evidenziato “l’alto valore di scambio di buone pratiche per entrambe le parti. Si tratta di un percorso nato in Umbria qualche anno fa: un lavoro corale compiuto da comuni, associazionismo, consiglio e giunta regionale. Il protocollo non è oneroso, è di “visione” dove le parti cercano di sviluppare un territorio amico della famiglia, che è motore di sviluppo locale”. Infine Malfer ha sottolineato che le misure devono avere sviluppo partendo da 3 pilastri: economia, servizi e cultura”.
Il Protocollo avrà durata triennale, prorogabile, e i due interlocutori privilegiati saranno – per la Provincia autonoma di Trento – l’Agenzia per la coesione sociale e – per la Regione Umbria – la Direzione Salute e Welfare. Gli ambiti di intervento prioritari siglati dalle parti nel Protocollo sono, in sintesi, scambi di buone pratiche e occasioni di confronto territoriale; promozione di strumenti quali i marchi famiglia (Family Audit, Family in Trentino, ecc.), lo standard famiglia, i Piani famiglia annuali, i Distretti famiglia, i sistemi premianti, oltre alla sussidiarietà orizzontale partendo dall’importante ruolo svolto dall’associazionismo familiare.
Altro versante oggetto di attenzione dell’accordo sarà il Welfare aziendale con l’intento di promuovere il miglioramento delle politiche di conciliazione tra vita familiare e lavorativa – anche attraverso la certificazione “Family Audit” – in una visione sussidiaria circolare che vede coinvolti 3 attori: “Istituzione, Imprese e Famiglie”. Infine il Protocollo cita l’importante funzione delle reti territoriali – i cosiddetti “Network” – rispettivamente il Network nazionale dei Comuni amici della famiglia e il Network Family in Europe – con l’obiettivo di mettere a sistema e diffondere le politiche e le misure più virtuose per valorizzare la famiglia, quale cardine e motore della società, favorendo il suo benessere e sostenendo la natalità.
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