Ancora, purtroppo, una morte sul lavoro in Umbria: succede nello spoletino, dove un operaio di 61 anni residente in Campania è stato schiacciato da un bancale in un terreno privato. Secondo una prima ricostruzione, l’uomo stava scaricando dei pannelli quando è accaduto l’incidente fatale. Inutili i soccorsi, il 61enne è morto sul colpo.
“Non ci sono più parole da esprimere per manifestare l’indignazione o lacrime da versare per il dolore. L’ennesima morte sul lavoro che si è consumata ieri a Spoleto è il proseguo di una lunghissima scia di sangue che pesa sulle spalle delle Istituzioni che hanno lasciato inascoltate, con arroganza e con poca lungimiranza, tutte le proposte che, come rappresentanti sindacali, abbiamo presentato”, dice il segretario generale della Uil Umbria, Maurizio Molinari. “La salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro devono diventare però un’emergenza nazionale, perché nei fatti già lo sono e i numeri lo testimoniano. Numeri che, per incidenza, ci lasciano ancora come maglia nera, anche se a livello di cifre assolute ci fanno respirare. Le 12 morti fino ad oggi, per una regione piccola come l’Umbria, diventano un dato che non può lasciarci dormire sonni tranquilli, accompagnato dall’aumento delle denunce per infortunio “Un numero di vittime che corrisponde a vite spezzate per un lavoro che dovrebbe essere invece sostenibile, sicuro e certo. Invece le vittime sono sempre persone non più giovanissime, alle prese con lavori fisici. L’ultimo caso dell’operaio 60enne morto schiacciato dai pannelli solari a Spoleto è emblematico di quello che è diventato oggi il mondo del lavoro, da diritto costituzionale a probabile causa di morte. L’appello dunque è uno solo, soprattutto alla vigilia di una tornata elettorale così importante: non c’è sviluppo senza lavoro sicuro, non c’è crescita senza l’azzeramento delle morti sul lavoro”.
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