Gli agenti della Polizia di Stato di Perugia, a seguito di chiamata al Numero Unico di Emergenza Europeo, sono intervenuti in un’abitazione della città per una lite tra coniugi. Gli operatori, giunti sul posto, hanno preso contatto con la richiedente che ha riferito di aver avuto una lite con il marito, in stato di alterazione dovuto all’assunzione di bevande alcoliche.
La donna ha poi riferito ai poliziotti che l’uomo – affetto da problemi di salute e recentemente dimesso da una struttura di disintossicazione – era in possesso di licenza di porto d’armi. Dopo aver appurato che le parti non necessitavano di assistenza sanitaria, gli agenti hanno effettuato un controllo più approfondito appurando che, effettivamente, l’uomo risultava titolare di licenza.
Per questo motivo gli operatori, considerata la conflittualità tra le parti e ritenuto essere venuti meno i presupposti per il porto di armi, hanno provveduto all’immediato ritiro cautelare della licenza di porto di fucile. Come previsto dall’articolo 39 del TULPS, infatti, nei casi d’urgenza ovvero quando vi sia il pericolo che i detentori di armi, munizioni o materie esplodenti possano abusarne, gli ufficiali e gli agenti di pubblica sicurezza possono provvedere all’immediato ritiro cautelare, dandone immediata comunicazione al Prefetto che potrà poi emettere un provvedimento divieto di detenzione qualora siano venuti meno i requisiti soggettivi.
Terminate le attività di rito, i poliziotti hanno provveduto a rendere edotte le parti delle rispettive facoltà di legge; dopodiché, hanno provveduto all’inserimento dell’evento sull’applicativo SCUDO, il software di supporto alla gestione delle attività di “pronto intervento” di fondamentale importanza nell’ambito della prevenzione e del contrasto dei fenomeni connessi alle violenze domestiche o di genere.
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