Nuovo stadio Curi costruito dai privati, arriva un altro no dal Comune. Lo stop al secondo project financing di Arena Curi srl è scritto nella determinazione dirigenziale 2586 dell’Unità operativa impianti sportivi che, anticipata il 4 settembre mattina da Il Messaggero Umbria, è stata poi confermata intorno alle 19 del 4 settembre, con una nota in cui “l’Amministrazione comunale di Perugia rende noto che, nella giornata di oggi, la proposta di partenariato pubblico privato (PPP) presentata il 29 marzo scorso, da Arena Curi Srl, avente ad oggetto la realizzazione del nuovo Stadio “R. Curi” è stata ufficialmente ritirata. La Giunta comunale non ha pertanto adottato alcun atto in riferimento all’esito della conferenza dei servizi. La Giunta Comunale prende atto che il ritiro della proposta di partenariato è stata motivata dalla stessa società in virtù dei nuovi obiettivi politici che l’Amministrazione comunale intende perseguire nell’area interessata dall’intervento”.
A firmare il progetto del nuovo Curi oramai tramontato lo studio Gau Arena dell’architetto Gino Zavanella, già progettista di altri importanti impianti sportivi a livello nazionale ed internazionale, tra cui lo Juventus Stadium e il D’Allara di Bologna. Secondo il progetto presentato a marzo tra l’altro di fronte alle (allora) due candidate a sindaco, Vittoria Ferdinandi e Margherita Scoccia, sul piatto c’era un piano da oltre 70 milioni di euro per la realizzazione del nuovo stadio che sarebbe dovuto essere una sorta di arena eventi per concerti e similari, con tra l’altro ventimila posti coperti, sky box, albergo e attività commerciali. La proposta, che prevede una concessione di 90 anni, avrebbe richiesto un contributo limitato a soli 2,1 milioni di euro, cifra praticamente ripagata dalle entrate aggiuntive per il Comune. Il resto sarebbe arrivato dal coinvolgimento del Fondo 10 Stadi (al lavoro sugli stadi di Caserta e Lucca), con cui era stato firmato un accordo quadro per la copertura finanziaria dei costi dell’opera.
Arena Curi srl, guidata dall’amministratore delegato Francesco Lana, aveva anche aperto un confronto con l’AC Perugia, “per attivare ogni possibile sinergia ed assicurare la gestione ottimale delle attività sportive all’interno del nuovo stadio”. Questo anche considerato che nel periodo dei lavori i Grifoni sarebbero finiti a giocare nello stadio di Ponte San Giovanni, da adeguare con lavori da 2,1 milioni di euro, che poi è stata una delle perplessità che ha convinto a bocciare il progetto anche viste le criticità vissute dal quartiere perugino, insieme alle tempistiche sui tempi – ipotizzati in due anni, quando per altre opere simili si parla di tre – e sulla effettiva fine completa dei lavori. Dubbi anche sulla durata del partenariato, sulle manutenzioni, sugli equilibri finanziari. In attesa di capire quali siano gli obiettivi politici, andrà avanti il progetto di recupero a blocchi che prevede la rimessa a nuovo di curva sud e gradinata, dal costo di cinque milioni
© Riproduzione riservata