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Perugia, inizia l’era di Vittoria Ferdinandi: ufficializzata la giunta e le deleghe

La sindaca: "È necessario ripartire dalla orizzontalità, dalla partecipazione, dai territori"

Al via l’era Ferdinandi. Si è tenuta lunedì 15 luglio la prima seduta del del Consiglio comunale di Perugia. La sindaca Vittoria Ferdinandi ha prestato il giuramento di rito di leale osservanza della Costituzione italiana salutando poi i componenti del Consiglio, della giunta, la stampa e i numerosi cittadini e cittadine riuniti, oltre che nell’aula consiliare, anche nella sala dei Notari per seguire la diretta streaming.

“L’insediamento del Consiglio – ha esordito Ferdinandi -, nella liturgia laica della politica cittadina, è uno dei momenti più importanti ed emozionanti. Con riconoscenza, gratitudine e senso di responsabilità mi presento come la vostra sindaca, pronta a guidare con lealtà e umiltà la nostra comunità”. “Non è facile esprimere la grande emozione che provo in questo momento – ha proseguito -. Comincio ringraziando tutti coloro che oggi mi hanno rivolto un augurio di buon lavoro. Voglio estenderlo a tutte e tutti voi, nella consapevolezza che ciò che oggi iniziamo insieme, ognuno con le proprie responsabilità, i propri ruoli, visioni e idee, sarà un lungo e appassionante cammino”.

“Il Consiglio comunale – ha poi affermato la sindaca – rappresenta il cuore pulsante e vivo della politica cittadina, il luogo ove si raccolgono gli indirizzi politici, in cui si esercita il controllo, in cui ognuno di noi, nel rispetto dei ruoli e delle competenze dateci dalla legge e dai cittadini, esercita il governo politico della città. Questo è il luogo che ci riporta all’enormità dell’impegno che ci stiamo assumendo: quello di prenderci cura della nostra città, di servirla con disciplina e onore”.

La sindaca ha poi ufficializzato i nomi degli assessori che faranno parte della giunta da lei presieduta. Ecco tutti i nomi e le rispettive deleghe.

Marco Pierini (politiche culturali, gestione beni culturali, musei civici, biblioteche, rapporti con le istituzioni culturali e fondazioni, grandi eventi), nominato anche vicesindaco; Alessandra Sartore (politiche finanziarie e bilancio, patrimonio, partecipate, personale), Francesco Zuccherini (Agenda urbana, lavori pubblici, piano strade e marciapiedi, edilizia privata, protezione civile), Costanza Spera (politiche sociali, pari opportunità, diritto all’abitare, contrasto alle discriminazioni e lotta alle disuguaglianze, promozione di politiche a sostegno delle vittime della violenza di genere, nuove cittadinanze), David Grohmann (ambiente, aree verdi, rigenerazione urbana, bellezza urbana, transizione ecologica, politiche del cibo), Andrea Stafisso (sviluppo economico sostenibile, commercio e artigianato, smart city e innovazione tecnologica, transizione digitale, rapporti con università, e istituti di alta formazione), Francesca Tizi (politiche energetiche, edilizia scolastica, istruzione, servizi al cittadino), Fabrizio Croce (turismo, città storica, spettacolo dal vivo e creatività urbana, rapporti con le associazioni culturali, economia della notte), Pierluigi Vossi (sport, mobilità e infrastrutture connesse).

Secondo Vittoria Ferdinandi, “è necessario ripartire dalla orizzontalità, dalla partecipazione, dai territori. Ci impegneremo per costruire un modello di amministrazione che possa riaprire spazi e strumenti capaci di rimettere davvero i territori al centro del governo. Questa è la fase in cui nessuno di noi deve vincere ma deve convincere, e non solo una parte della città, ma la città intera. Perché le istituzioni non hanno colore, non hanno padroni né padrini, ma devono rappresentare tutti. Non si governa contro qualcuno o qualcosa, ma per qualcosa, per il bene della città. Non verremo ricordati per ciò che non riusciremo a fare a causa delle nostre distanze e dei nostri dissidi, ma per ciò che sapremo fare insieme”.

“Per governare bene – ha detto ancora la prima cittadina – non c’è bisogno di risposte giuste e preconfezionate, ma di domande buone a cui trovare una risposta tutti insieme. Per questo chiedo alla maggioranza di raccogliere la sfida che la città ci ha consegnato: quella di riuscire a tenerci uniti nelle nostre differenze, a governare nella coesione, a fare in modo di lavorare per rafforzare il nostro spirito di coalizione, a costruire un metodo di governo fondato sull’ascolto e sul confronto con i temi. Mi auguro che quest’aula sia la cornice in cui vengono spese parole di fermezza e pudore e mai di arroganza, in cui non trovino spazio parole di chiusura, fatte di recinti, armate a difesa del pensiero unico, ma che siano parole di apertura e incontro. Chiedo alla minoranza di fare un’opposizione ferma e leale, di non scadere nelle vecchie liturgie di apparato e posizionamento politico, ma di prendere il confronto politico come un’occasione di crescita e trasformazione dialettica. Il mio augurio è che in quest’aula si abbia la forza di convergere sui temi senza la paura di indebolire le proprie identità”.

“Purtroppo – ha sottolineato la sindaca – il panorama politico ci ha abituati a una politica in cui i muri e lo scontro per l’annientamento dell’avversario politico sembrano essere l’unica regola possibile. Mi auguro che questo sarà il luogo della politica che si sforza di costruire ponti, di far sì che dai confronti nascano risposte sempre più efficaci che abbiano come unico obiettivo il bene della città. Abbiamo bisogno che ognuno di voi senta di esprimere in questa sede i propri talenti e competenze, abbiamo bisogno di mettere insieme e in condivisione le vostre idee, progettualità e desideri per la città. Perugia merita questo: competenze, impegno, passione e senso di responsabilità”.

Ferdinandi ha fatto riferimento anche “alle grandi sfide che ci attendono: prima di tutto quella delle difficoltà economiche” di una nuova fase politica che sarà fatta di spending review e di tagli; poi “le grandi sfide della transizione ecologica, della lotta alle disuguaglianze, dell’inclusione, del lavorare insieme per la messa a terra delle progettualità del Pnrr e per far sì che quelle risorse siano davvero un’occasione per la città e non un elemento di criticità, del diritto alla salute, del diritto a un lavoro equo, dignitoso e sicuro. Tutte sfide che, se sapremo collaborare, riusciremo a trasformare in grandi opportunità”.

A tal fine “sarà necessario ricucire un rapporto tra la politica e la vita reale delle persone. La generazione che rappresento, e che non è questione di colore politico perché vedo tanti suoi rappresentanti anche all’opposizione, saprà farsi interprete del cambiamento. È la generazione che più ha subito le contraddizioni e asperità del qui ed ora, dei portaborse, degli stagisti, delle cameriere con due lauree, quella che ha conosciuto la fatica del doppio lavoro, le paghe da miseria, il dovere di abbandonare le proprie città per cercare futuro altrove. Una generazione che si è già da tempo scrollata di dosso le vecchie ideologie e sa che la politica deve parlare alla vita reale delle persone e rappresenta il primo strumento per modificarne le condizioni, a partire dai più fragili”.


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