Aveva pubblicato frasi particolarmente offensive e minacciose rivolte alla premier, condividendo tra l’altro il post di un altro utente con minacce di morte nei confronti di Meloni e di sua figlia, dopo che il governo aveva manifestato l’intenzione di cambiare la legge sul reddito di cittadinanza. E per questo un quarantacinquenne perugino, già denunciato, ora sarà rinviato a giudizio. L’accusa è di vilipendio e il processo comincerà a marzo 2024
La DIGOS della Questura di Perugia unitamente al personale del Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica dell’Umbria nel mese di dicembre dello scorso anno, nel corso di un’attività di monitoraggio sui Social Network, aveva segnalato alla Procura della Repubblica di Perugia che un uomo di 45 anni, residente a Perugia, aveva pubblicato sul suo profilo twitter post a contenuto offensivo e diffamatorio nei confronti del Presidente del Consiglio dei Ministri, on. Giorgia Meloni.
L’uomo era già noto alle forze di polizia per essere stato in precedenza pure denunciato per avere pubblicato analoghi post nei confronti di un ministro del precedente Governo. Nello specifico, gli investigatori accertavano che l’uomo aveva poi condiviso – nel corso degli ultimi mesi sempre sulla stessa piattaforma – altri post dai medesimi contenuti diffamatori e minacciosi pubblicati da altri soggetti e rivolti oltre che alla citata Presidente del Consiglio anche ad altri parlamentari che, secondo quanto scritto, “andrebbero giustiziati”.
La polizia ha attivato tutte le indagini al fine di verificare se l’account twitter fosse effettivamente nella sua disponibilità. L’attività investigativa condotta dalle forze di polizia sopra indicate dava esito positivo e consentiva il sequestro di alcuni device. La successiva analisi forense esperita su di essi dalla polizia permetteva di riscontrare la presenza di molteplici App riconducibili a Twitter e altri social network in gruppi/canali legati alle proteste contro il Presidente del Consiglio dei Ministri, nonché l’esistenza di video autoprodotti, associabili all’indagato nei quali il predetto denigrava ed augurava la morte di altri esponenti del Governo. Persino durante lo svolgimento dell’attività di perquisizione, l’indagato postava sul suo profilo twitter un video nel quale, nel lamentarsi dell’indagine cui era sopposto, profferiva frasi minacciose ed offensive nei confronti della Presidente Meloni.
© Riproduzione riservata