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Da un bar di Ponte San Giovanni droga verso l’Umbria e l’Emilia Romagna: 11 indagati

Sequestrati 25 kg di marijuana, hashish e cocaina

Un bar di Ponte San Giovanni, i cui titolari sono risultati estranei ai fatti, era la base di una rete di spacciatori smantellata dalla Guardia di Finanza di Perugia: undici gli indagati in totale, con due persone ai domiciliari, otto con l’obbligo di firma e un indagato a piede libero. Cinque degli indagati sono di origine marocchina e residenti nel perugino, cinque di origine albanese (due residenti a Perugia e tre a Ravenna) e uno è cittadino italiano nato a Gubbio e residente a Perugia

L’ordinanza emessa dal gip di Perugia, su richiesta della procura, è stata eseguita mercoledì dalla Guardia di Finanza di Perugia. Le indagini, avviate nel 2022 dalla sezione Goa del Gico del Nucleo di polizia economico finanziaria di Perugia, sono state condotte con intercettazioni telefoniche ed ambientali e con l’utilizzo di sistemi di localizzazione satellitare che, unite ai più tradizionali servizi di appostamento, osservazione e pedinamento, hanno permesso di delineare l’operatività, nell’area perugina di due gruppi criminali – uno composto prevalentemente da soggetti di origine marocchina e l’altro da albanesi – in grado di rifornire le piazze di spaccio del territorio umbro di rilevanti quantitativi di sostanze stupefacenti (marijuana, hashish e cocaina).

“Personaggi di spicco”, secondo il gip, due marocchini, che avevano contatti con rifornitori albanesi del ravennate, dai quali acquistavano la droga, che veniva poi ceduta, attraverso una propria rete di spacciatori, a Perugia, utilizzando come base logistica un bar situato in zona Ponte San Giovanni (i cui titolari come detto sono estranei ai fatti). Nel corso dell’attività investigativa, sono stati documentati 57 episodi di spaccio e gli interventi dei finanzieri, oltre ad arrestare una persona, hanno permesso di sequestrare circa 25 kg di marijuana, hashish e cocaina, oltre a strumenti utilizzati per il taglio ed il confezionamento delle singole dosi. Accogliendo la richiesta del Pubblico ministero, il Giudice per le indagini preliminari ha disposto le misure cautelari, sulla scorra delle risultanze investigative e degli elementi indiziari che hanno confermato “l’elevaia proclività a delinquere degli indagati, i quali avevano fatto dello smercio di sostanze stupefacenti la loro principale e prevalente attività volta al conseguimento di profitti ai quali difficilmente rinuncerebbero”.


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