Le hanno sequestrato oltre 140mila euro tra soldi sul suo conto corrente o bloccati in investimenti. Questo perché, secondo quanto ricostruito dalla guardia di finanza di Perugia, la donna, ex dipendente di una banca di Tuoro sul Trasimeno ora in pensione da una decina d’anni, avrebbe falsificato documenti a ripetizione per ottenere rimborsi per prestazioni sanitarie.
La donna “avrebbe falsificato documenti riferibili ad asserite prestazioni sanitarie effettuate in suo favore e della figlia, ottenendo, nell’arco di un decennio, indebiti rimborsi per un ammontare complessivo di euro 141.702,50”. Tutto è nato da una denuncia/querela presentata dal presidente del fondo sanitario integrativo del gruppo bancario, che si è insospettito per la frequenza e gli importi richiesti dalla donna a nome suo e della figlia. Dopo la querela è entrata in azione la Finanza che ha controllato la documentazione del decennio e rintracciato le falsificazioni. Al termine delle indagini 28 ricevute fiscali emesse dal 2013 al 2022, sono state non riconosciute dai medici che le avrebbero firmate. In altri 21 casi sono state trovate lettere di dimissioni da strutture sanitarie per ricoveri mai avvenuti o più brevi di quelli asseriti. Da qui il sequestro della somma di oltre 140 mila euro giacente sui conti correnti o altrimenti investita. Il giudice per le indagini preliminari ha contestato alla donna il delitto di “denuncia di sinistro non accaduto al fine di conseguire il rimborso previsto dal contratto di assicurazione”.
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