Giornata della memoria, presidente Tesei: “Atroce sterminio che non dobbiamo dimenticare”
La lettera della presidente Proietti a studenti, dirigenti scolastici, insegnanti e personale degli Istituti scolastici
“Un atroce sterminio e infinite sofferenze che non possiamo e non dobbiamo dimenticare. Ancor di più in questo periodo in cui l’eco della guerra risuona nuovamente anche dentro i confini europei, dobbiamo celebrare con convinzione questo Giorno della Memoria affinché vi sia una presa di coscienza su cosa l’uomo sia stato capace di fare, in quali abissi sia sceso”. È quanto afferma la presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, che aggiunge “Una violenza e una prevaricazione che dobbiamo condannare fermamente, cercando, invece, di trasmettere i valori della Pace e del Rispetto soprattutto alle nuove generazioni che saranno gli attori del mondo di domani”.
“Lo scopo di una giornata come quella odierna – dice la Presidente – è dunque ampio e profondo e non si ferma a raccontare ciò che è accaduto, ma deve servire, attraverso un percorso di conoscenza e educazione, a evitare che certe barbarie si possano ripetere. Al tempo stesso – rileva – oggi vogliamo rendere omaggio alle vittime, a chi che quella violenza disumana l’ha vissuta in prima persona, alle loro famiglie e anche a tutti coloro, così come ricorda la Legge che istituisce il Giorno della Memoria, “si sono opposti al progetto di sterminio ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati””.
“E così anche noi, come Istituzioni e come persone – conclude la Presidente della Regione Umbria -, possiamo e dobbiamo giorno dopo giorno essere fautori e costruttori di una cultura basata sul rispetto e sulla libertà”.
La presidente della Provincia di Perugia, Stefania Proietti alla vigilia del Giorno della Memoria del 27 gennaio ha inviato una lettera a tutte le studentesse e gli studenti, i dirigenti scolastici, insegnanti e personale degli Istituti scolastici della provincia.
“Il 27 gennaio, insieme con le Nazioni Unite celebreremo, ancora una volta, la Giornata Internazionale della memoria delle vittime dell’Olocausto. Quel giorno ricorderemo i sei milioni di uomini, donne e bambini ebrei, rom, sinti, oppositori politici, disabili, omosessuali, testimoni di Geova, perseguitati e sterminati, a freddo, con una metodicità ossessiva, dal regime nazista e dal silenzio complice di molti altri. Lo facciamo perché quella tremenda atrocità non può e non deve essere mai dimenticata, perché il rifiuto di quell’orrore deve continuare a crescere ovunque, in tutte le generazioni, perché ricordare il passato è fondamentale per proteggere il futuro.
Un anno fa, la guerra è tornata a infuriare in Europa dopo che noi tutti, a 78 anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale e a oltre vent’anni dalle guerre nella ex Jugoslavia, credevamo di averla cancellata per sempre dalla storia del vecchio continente. Così è per l’odio, l’intolleranza, il razzismo, l’antisemitismo e la xenofobia che continuano a provocare sempre nuovi crimini intollerabili in tante parti del mondo. Per evitare che tutto questo possa diffondersi e prendere il sopravvento è necessario che tutti ci impegniamo a non essere mai indifferenti davanti alla sofferenza altrui, a contrastare tutte le forme di violenza e a essere sempre vigili.
75 anni fa, in questi giorni entrava in vigore la nostra Costituzione dove è stato solennemente sancito che “tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”.
Foto: Freepik
© Riproduzione riservata