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Aggressione in carcere a Perugia, due agenti in ospedale

Poche ore prima a Terni il suicidio di un detenuto: sempre più drammatica la situazione nelle carceri umbre

Un suidicio a Terni, un’aggressione a Perugia. È sempre più drammatica la situazione nelle carceri umbre, come come denuncia Fabrizio Bonino, segretario nazionale umbro del Sindacato autonomo polizia penitenziaria: «Oggi un detenuto italiano, psichiatrico di 26 anni, ha proditoriamente aggredito con pugni due agenti di servizio, mandandoli all’ospedale. È successo all’interno della Sezione III B del Reparto circondariale». Sempre il Sappe il giorno prima aveva reso noto il suicidio di un detenuto a Terni, dopo una lite con gli altri reclusi.

E – oltre alla Lega che punta il dito sulla “carenza di organico degli agenti di Polizia Penitenziaria necessario a garantire la sicurezza all’interno delle strutture” – anche i sindacati si fanno sentire: “Una situazione che rischia ogni giorno di farsi più delicata non solo in Umbria, ma su tutto il territorio nazionale – scrivono in una nota Paola Scaramazza e Moreno Loretoni, della Fp Cgil di Perugia – decine di aggressione in questi primi 30 giorni del 2023 in tante città italiane. Fatti gravissimi ai danni di servitori dello stato, che operano con responsabilità e professionalità, in situazioni molto difficili”.
“Lavorare in sicurezza è quello che l’amministrazione penitenziaria, nella sua interezza, deve garantire al proprio personale – continuano Scaramazza e Loretoni – Chiediamo come Fp Cgil di Perugia risposte concrete alla annosa carenza di organico e al sovraffollamento negli istituti di detenzione. Non si può aspettare oltre. Esprimiamo vicinanza ai lavoratori coinvolti e al personale tutto”.

Sabato, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, anche il procuratore generale di Perugia Sergio Sottani aveva accennato al problema delle carceri, segnalando “Il fenomeno del sovraffollamento si registra negli istituti di Perugia e, soprattutto, Terni” e la “necessaria istituzione in Umbria della REMS (Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza), più volte sollecitata all’autorità regionale dal Procuratore Generale.”

(foto in evidenza, giustizia.it)


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