Festa di San Francesco Patrono d’Italia, Sergio Mattarella accende la lampada votiva (foto)
L'omelia del cardinale Zuppi: "Come San Francesco tutti possiamo essere artigiani di pace". Il prossimo anno sarà la Val d’Aosta ad offrire l’olio per la lampada votiva

(Agnese Paparelli) Nella solennità di San Francesco Patrono d’Italia, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ad Assisi accende la lampada votiva al santo in nome di tutti gli italiani. L’olio è offerto dalla Fondazione Santi Medici di Bitonto, grazie alla donazione di alcuni frantoi della terra di Bari.
Poco prima delle 10, Mattarella è stato accolto dal Custode del Sacro Convento di Assisi, fra Marco Moroni, a seguire la celebrazione eucaristica per la solennità di San Francesco nella Basilica superiore di San Francesco. I bambini presenti hanno salutato Mattarella intonando anche l’Inno di Mameli. Prima di entrare in basilica, il Presidente Mattarella è stato omaggiato dal suono delle chiarire del Comune di Assisi. Alla celebrazione partecipano tra gli altri: il ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, il ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, e il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese.
Alle 11.20 il programma prevede il saluto di fra Carlos Trovarelli, ministro generale e 120esimo successore di San Francesco nell’ordine dei frati minori conventuali, e messaggio alla Nazione del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. In seguito, il presidente Mattarella si recherà in visita privata sulla tomba di San Francesco. (Continua dopo la foto)

Il messaggio della presidente della Regione Umbria Donatella Tesei “Una cerimonia straordinaria, dal profondo significato simbolico, quella di quest’anno che vede l’accensione della lampada votiva da parte del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, con l’olio che non sarà offerto come da consuetudine da una Regione italiana, ma dalla Fondazione Opera Santi Medici in memoria delle vittime del Covid-19 e per ringraziare quanti, come medici, infermieri, operatori sanitari, istituzioni civili e militari, organizzazioni di volontariato, realtà caritative ed ecclesiali, che si sono impegnati per assistere e curare gli ammalati con professionalità e umanità”. Donatella Tesei, è oggi ad Assisi per presenziare alle celebrazioni del 4 ottobre, alla presenza del Capo dello Stato, Sergio Mattarella.
“Le celebrazioni per San Francesco d’Assisi, Patrono d’Italia, – continua la presidente – sono dunque occasione per ricordare quanto abbiamo vissuto, ma anche per vivere un momento di riflessione e preghiera in merito agli scontri bellici che si consumano nel cuore dell’Europa, come in altre parti del mondo. E’ necessario che la diplomazia e il dialogo diventino protagonisti affinché si possano affermare i fondamentali principi del rispetto e dalla Pace tra i popoli, così come ha affermato con forza Papa Francesco nel suo ultimo ed accorato appello a russi ed ucraini per un immediato cessate il fuoco”.
Le parole del sindaco di Assisi Stefania Proietti “Quest’anno la Festa di San Francesco ha un significato profondo e straordinario perché la lampada votiva l’ha accesa il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in memoria delle vittime del Covid-19 e per ringraziare tutti coloro, medici, infermieri, volontari, associazioni, istituzioni, che si sono adoperati durante la pandemia. Quindi un sentito ringraziamento al Capo dello Stato che in questa sede rappresenta tutti i comuni e tutti gli italiani”.
“È questa l’occasione – continua il sindaco – per sottolineare che, dai due anni di pandemia che tanta sofferenza hanno causato, abbiano imparato a fronteggiare con la campagna vaccinale il diffondersi del virus. Ma quei momenti resteranno scolpiti nella nostra mente e nei nostri cuori e oggi siamo qui per non dimenticare. Oggi celebriamo il nostro Santo, il patrono d’Italia, che tanto ha predicato e si è speso per la pace e il dialogo tra i popoli. In questo momento storico abbiamo bisogno più che mai dei suoi insegnamenti e dello suoi valori. Da Assisi città messaggio giunga in tutti i paesi alle prese con le guerre un segnale di pace, come ha invocato ancora una volta Papa Francesco”. (Continua dopo la foto)

L’omelia del Cardinale Matteo Zuppi, Presidente della CEI “Abbiamo bisogno di luce, che vuol dire speranza. E il nostro Patrono ci fa sentire a casa e ci aiuta a guardare anche le difficoltà con la forza dell’amore. Nella tempesta della pandemia abbiamo sperimentato tanto buio, inatteso e prolungato”.
“Raccogliamo oggi il testamento affidatoci da chi non c’è più per colpa del COVID – continua il cardinale – Alcuni dei loro nomi li deporremo accanto a questa lampada. Li abbiamo raccolti proprio sapendo quanta amarezza e sconforto ha generato non poter essere vicini a loro nell’ultimo tratto della vita. Ricordiamo tutti coloro i cui nomi portiamo nei nostri cuori e li affidiamo all’amore di Dio, perché siamo nella luce dell’amore che non finisce. Sono state le luci che il personale sanitario ha acceso con i piccoli grandi gesti di umanità: consolando lacrime, stringendo mani, dando sicurezza, anche solo una carezza o uno sguardo. Ricordo quanti di loro come delle forze dell’ordine, dei farmacisti, operatori di carità hanno perso la vita per motivo del servizio, continuando ad aiutare nell’emergenza. Essi sono tra i giusti che ascoltano quelle tenere parole di gratitudine di Dio: ero malato e sei venuto a visitarmi, prendi parte alla gioia che non finisce. Ecco oggi siamo nella casa di San Francesco, Patrono dell’Italia, a ricordare, a ringraziare ma anche a scegliere perché non vogliamo dimenticare velocemente le lezioni della storia”.
“Il nostro Patrono, uomo universale, – continua il presidente della CEI – aiuti l’Europa a essere all’altezza della tradizione che l’ha creata e il mondo intero a non rassegnarsi di fronte alla guerra. Lui, amico di tutti, ci aiuti a sconfiggere ogni logica speculativa, piccola o grande, anonima e disumana, forma di sciacallaggio che aumenta le ingiustizie e crea tanta povertà. Fratelli tutti, ad iniziare dai più fragili, come gli anziani, che sono una risorsa e non un peso, che vanno protetti a casa dove conservano tutte le loro radici e ci aiutano a trovarle. Fratelli tutti che guardano al futuro, lo desiderano per gli altri lottando contro il precariato dei giovani, dando loro fiducia e sicurezza perché possano dimostrare le loro capacità senza paternalismi insopportabili. Futuro che chiede rispetto dell’unica casa, dell’ambiente, perché possiamo continuare a cantare la bellezza del creato”.
“Come San Francesco – conclude il Cardinale Matteo Zuppi – tutti possiamo essere artigiani di pace. Ecco la luce della lampada che l’Italia intera accende oggi con il suo Patrono, perché tante luci rendano umana e fraterna questa nostra unica stanza che è il mondo”.
Il prossimo anno sarà la Val d’Aosta ad offrire l’olio per la lampada votiva.
Foto Rivista San Francesco / Redazione Assisi News – Umbria Social
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