Festival delle arti del Medioevo 2025 un bilancio positivo tra tradizione, storia e condivisione
Nel 2026 Narni celebrerà Giovanni Boccaccio e il Decameron come filo conduttore della 58esima edizione della Corsa all'anello

Si è chiusa con bilancio ottimo l’edizione 2025 del Festival delle arti del Medioevo, che ha animato Narni dal 29 al 31 agosto. Un’edizione che ha confermato il forte legame della città con le sue radici medievali e che ha rappresentato un ulteriore passo nel percorso di valorizzazione delle tradizioni, della cultura e del patrimonio immateriale.
Il cartellone ha visto alternarsi appuntamenti di rilievo tra i quali incontri con studiosi e rievocatori, momenti di approfondimento dedicati al Medioevo europeo e una fiera del libro molto partecipata. Non sono mancati eventi per bambini e famiglie, che hanno permesso di avvicinare i più giovani alla storia del periodo medievale attraverso attività a tema.
Il Festival ha inoltre confermato la sua capacità di intrecciare momenti di alta divulgazione con occasioni di festa e partecipazione. Ne è prova il grande successo della serata dei giochi “Ludus in fabula”, che ha dimostrato come si possa fare storia anche divertendosi: un aspetto che arricchisce lo spirito della manifestazione.
Particolarmente significative sono state le collaborazioni che hanno arricchito l’edizione 2025. Tra le altre, la sinergia con il Festival del Medioevo di Gubbio, punto di riferimento a livello nazionale per la divulgazione storica, ha permesso di inserire Narni in un più ampio circuito culturale, offrendo momenti di confronto con studiosi e personalità di rilievo. Allo stesso modo, la collaborazione con il Centro Studi Storici di Narni ha dato spessore scientifico e filologico al programma, rafforzando la volontà di coniugare spettacolo e ricerca storica, divulgazione e approfondimento. Queste alleanze hanno contribuito a consolidare il Festival come evento di qualità, capace di parlare a pubblici diversi e di far dialogare il rigore accademico con la dimensione popolare della rievocazione.
Lo sguardo è già rivolto al 2026, anno che si annuncia particolarmente significativo: la Corsa all’Anello avrà come tema Giovanni Boccaccio, uno dei grandi protagonisti della letteratura trecentesca, in occasione del 650esimo dalla sua scomparsa, e si intreccerà con la ricorrenza di San Giovenale, patrono di Narni (1650 anni dalla sua morte). Un doppio filo conduttore che unirà letteratura e tradizione religiosa, arricchendo di contenuti l’intera rievocazione e proiettando la città in un anno di grande valore culturale e identitario.
A sottolineare il valore delle scelte culturali è la presidente dell’associazione Corsa all’Anello, Patrizia Nannini: «Il tema di Boccaccio ci permette di proseguire un percorso che abbiamo avviato nel 2025, volto a valorizzare la storia e la tradizione con uno sguardo sempre più attento alla ricerca e alla cultura. Vogliamo che la Corsa non sia soltanto spettacolo, ma anche occasione di conoscenza e crescita collettiva, capace di restituire alla città la profondità delle sue radici. Il 2026 avrà poi un significato speciale: ricorreranno i 1650 anni dalla morte di San Giovenale, patrono di Narni, intorno al quale la rievocazione si è sviluppata e rinnovata per 58 anni. Questo anniversario sarà al centro di momenti particolarmente sentiti, perché richiama l’identità più autentica della nostra comunità e la memoria viva che tiene unita la festa».
«La Corsa all’Anello è la manifestazione che più di ogni altra rappresenta l’anima di Narni – così Lorenzo Lucarelli, sindaco di Narni – un evento che intreccia tradizione, ricerca storica e partecipazione popolare. Il tema di Giovanni Boccaccio ci permette di guardare al Trecento non solo come a un’epoca remota, ma come a un laboratorio di cultura e di vita che ancora oggi può offrirci chiavi di lettura preziose. È un modo per arricchire la nostra identità e al tempo stesso per aprirci al confronto con una dimensione europea. Nel 2026, inoltre, celebreremo i 1650 anni dalla morte di San Giovenale, il nostro patrono, figura spirituale e civile a cui i narnesi sono profondamente legati. Sarà un’occasione di memoria e di comunità che accompagnerà la festa, rendendola ancora più partecipata e sentita».
Con questo bilancio positivo, il Festival delle Arti del Medioevo si conferma come un tassello fondamentale della programmazione culturale della città e dell’Umbria, capace di coniugare memoria e innovazione, ricerca storica e partecipazione popolare, tradizione e futuro.
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