
“Dopo mesi di accuse a centrodestra e civici, oggi è la sinistra a spianare la strada alla privatizzazione della sanità”. È quanto dichiarano i consiglieri regionali di opposizione Donatella Tesei, Enrico Melasecche (Lega Umbria), Eleonora Pace, Paola Agabiti, Matteo Giambartolomei (Fratelli d’Italia), Laura Pernazza, Andrea Romizi (Forza Italia) e Nilo Arcudi ((Tesei Presidente – Umbria Civica). “La delibera approvata dalla Giunta Proietti in pieno Ferragosto – spiegano i consiglieri di opposizione – rappresenta uno spartiacque che non può passare sotto silenzio. Con quell’atto, datato 13 agosto, si dà mandato alle Aziende sanitarie territoriali di sottoscrivere accordi con le strutture private convenzionate, sia quelle già accreditate sia quelle che presenteranno manifestazione di interesse, per garantire diagnostica, visite specialistiche e persino interventi chirurgici. Un provvedimento che sancisce in modo inequivocabile la scelta della maggioranza: saranno i privati a reggere il sistema sanitario regionale, nel tentativo disperato di arginare liste d’attesa ormai fuori controllo e una mobilità passiva che svuota ogni anno le casse umbre e costringe migliaia di cittadini a curarsi altrove”. “Quello che indigna – sottolineano i consiglieri di opposizione – è la memoria corta, o forse la malafede, della sinistra. Solo pochi mesi fa, in campagna elettorale, Proietti e la sua coalizione accusavano la Giunta Tesei, il centrodestra e civici, di voler ‘svendere’ la sanità pubblica, di voler aprire la porta a una privatizzazione strisciante. Oggi, con una delibera approvata in sordina, compiono esattamente ciò che ci contestavano, anzi di più: il budget stanziato per il privato è lo stesso del 2024, con in più un surplus stimato fino al 10% per l’ortopedia, settore dove il pubblico è in gravissima difficoltà. La Giunta Proietti, insediata da appena nove mesi, non solo ammette implicitamente il fallimento delle proprie politiche sulla sanità pubblica, ma si affida a doppio filo al privato, spalancando un mercato che potrebbe generare anche contenziosi tra vecchi e nuovi soggetti accreditati. E il fallimento è certificato da un dato inequivocabile: le liste d’attesa, che a settembre 2024 erano pari a circa 44.000 prestazioni, nel giugno 2025 hanno raggiunto quota 88.000. Un dato allarmante che testimonia la totale incapacità di abbattere le liste d’attesa non in tre mesi come gridato e promesso reiteratamente dalla presidente in campagna elettorale, ma neppure in dieci”. “È bene chiarirlo: noi – continuano i consiglieri di centrodestra – non abbiamo mai demonizzato il ruolo delle strutture private accreditate, che rappresentano da sempre un complemento importante e necessario al sistema sanitario. Ciò che non accettiamo è l’ipocrisia di una sinistra che, per anni, ha agitato lo spettro della privatizzazione come arma propagandistica contro il centrodestra e civici, salvo oggi praticarla con zelo ancor maggiore. Questa delibera dimostra che il campo largo ha ingannato gli umbri: ha vinto le elezioni nel nome della difesa della sanità pubblica e oggi decreta che senza il privato il sistema regionale non regge. La differenza è che noi abbiamo sempre parlato con chiarezza e trasparenza, senza infingimenti ideologici, loro invece hanno scelto la strada della mistificazione, accusandoci di ciò che ora praticano con entusiasmo”. “Il risultato – concludono i consiglieri di opposizione – è sotto gli occhi di tutti: la sanità umbra è allo stremo, le liste d’attesa si allungano in maniera drammatica, la mobilità passiva esplode e l’unica risposta che la Giunta Proietti riesce a dare è una resa incondizionata al privato, dopo aver imposto ai cittadini un aumento delle tasse da oltre 180 milioni di euro. La presidente Proietti e la sua maggioranza hanno gettato la maschera. Ora gli umbri hanno la certezza che chi si proclamava paladino della sanità pubblica è lo stesso che, dietro le quinte, ha scelto la via della privatizzazione”.
Immediata la risposta della Regione. “La delibera n. 825, approvata il 13 agosto dalla Giunta Regionale, riguardante gli “accordi contrattuali per l’assistenza ospedaliera e specialistica ambulatoriale” e la definizione dei tetti di spesa per l’anno 2025, non e’ assolutamente un passo verso la privatizzazione della sanità. Infatti tale deliberazione, nel rispetto dei vincoli normativi vigenti, dispone esattamente gli stessi tetti di spesa per l’acquisto di prestazioni dal privato accreditato pari a quelli utilizzati per l’anno 2024 pari a quelli utilizzati nell’ultimo quinquennio dalla giunta Tesei e pari anche a quanto deliberato dalle giunte precedenti. Lo scalpore da parte della minoranza non fa altro che darci l’occasione, ancora una volta, di fare chiarezza informando i cittadini in piena trasparenza. La delibera in questione rappresenta un intervento per garantire la continuità assistenziale e la qualità dei servizi sanitari nella nostra regione, che ricorre al privato accreditato da decenni, ma per la prima volta dopo 5 anni di governo di centro destra, questo atto riafferma il primato del pubblico rispetto al privato, vincolando le risorse del privato agli obiettivi regionali. In un contesto di difficoltà ereditato dagli ultimi 5 anni, in particolar modo per l’incidenza della mobilità passiva, questa delibera stabilisce le basi per un futuro in cui il settore pubblico guiderà e garantirà i livelli di assistenza e l’universalità del servizio in tutta la regione. Con questo atto si passa così dall’idea di sostituzione del pubblico con il privato a un nuovo modello di complementarità, sotto la direzione della Regione, ente pubblico che pianifica e si avvale residualmente del privato solo laddove serve a garantire il servizio necessario ai cittadini. Il ricorso al privato accreditato costituisce da sempre per il Sistema Socio Sanitario Umbro un elemento di integrazione con il sistema pubblico per il quale la giunta attuale sta lavorando al fine di consentire la cooperazione e sussidiarietà rispetto al completo ed efficiente utilizzo delle strutture pubbliche. In particolare la deliberazione di giunta in questione, nel rispetto dei vincoli normativi vigenti, dispone gli stessi tetti di spesa per l’acquisto di prestazioni dal privato accreditato pari a quelli determinati per l’anno 2024 e anche pari all’ultimo quinquennio. Negli ultimi anni la normativa nazionale ha dato inoltre la possibilità alle Regioni di destinare risorse integrative per l’abbattimento delle liste di attesa, consentendo di far riferimento alle strutture private accreditate quale integrazione al sistema pubblico, facoltà della quale la giunta precedente si è sempre avvalsa, proprio al fine di ridurre le liste di attesa: nel corso del 2024 la giunta Tesei ha speso 7 milioni e mezzo di euro verso il privato per abbattere liste d’attesa, mentre la nostra amministrazione sta abbattendo le liste d’attesa esclusivamente con la sanità pubblica e i pochi residui degli anni passati. La direzione regionale salute coadiuva le direzioni territoriali per effettuare monitoraggi costanti e concordare l’imposizione di standard e parametri rigorosi da parte dell’amministrazione pubblica, ai quali i privati dovranno conformarsi, rispondendo anche in termini di indicatori di assistenza, qualità e spesa. I soggetti privati opereranno in base ai bisogni identificati dal settore pubblico, evitando azioni che potrebbero amplificare le disuguaglianze esistenti. La delibera promuove una migliore allocazione delle risorse rispetto a quanto fatto negli ultimi 5 anni: i privati saranno per la prima volta coinvolti nella risposta al fabbisogno complessivo e in particolare nei settori in cui la mobilità passiva è più penalizzante come in ortopedia. Rispetto a quanto già stanziato per l’anno 2024 e precedenti, la Giunta attuale ha ritenuto di superare il concetto di volume di budget storico reiterato nel tempo, correlando l’acquisto di prestazioni da privato alle esigenze e ai fabbisogni effettivi della collettività, in particolare per l’acquisto di prestazioni inserite nei percorsi di tutela e di prestazioni di alta specialità, soprattutto protesica ortopedica, al fine di contenere il fenomeno della mobilità passiva, il cui costo attualmente già grava sul sistema sanitario regionale. Sostanzialmente con questa delibera la giunta ha confermato i tetti del 2024, vincolando però per la prima volta le strutture a effettuare almeno il 10% di prestazioni di ortopedia di alta complessità quindi é stato per la prima volta inserito un criterio di correzione: non più la totale libertà da parte dei privati accreditati di effettuare prestazioni (magari non utili alla collettività o al recupero di mobilità passiva ma altamente remunerative per i privati) bensì prestazioni che attualmente costringono i nostri cittadini a rivolgersi all’esterno. Questo è solo il primo passo per rivedere tutto il sistema dei privati accreditati che dovranno svolgere il loro ruolo, per quanto riguarda le prestazioni a carico del Servizio sanitario nazionale, sulla base delle effettive esigenze e necessità dei cittadini umbri. Quindi per la prima volta dopo anni il Sistema Pubblico della sanità pianifica e guida la parziale integrazione con le strutture private, proprio perché siamo convinti che la sanità sia una questione pubblica e i soldi pubblici devono essere spesi in modo da soddisfare le esigenze dei cittadini. Contrariamente a quanto sostenuto dalle forze di opposizione, la delibera prevede importanti novità e discontinuità rispetto al passato, e segna anche la fine di cristallizzazioni e potenziali situazioni monopolistiche con l’apertura a nuovi soggetti accreditabili. In risposta alle accuse di malafede, e alle strumentalizzazioni fine a se stesse, desideriamo sottolineare che la decisione di mantenere il budget per il privato allo stesso livello del 2024 è stata presa per assicurare una transizione ordinata e pianificata, evitando di sovraccaricare un sistema già da anni in sofferenza, su cui torniamo a investire e a rilanciare. Il primo è più importante investimento in sanità pubblica è quello delle assunzioni che da qui a fine anno saranno 711 nuove professionalità che si andranno ad aggiungere al turn over e alle stabilizzazioni. E stiamo ricevendo Significative candidature nella maggior parte dei settori e delle specialità. Le Aziende sanitarie territoriali seguiranno scrupolosamente i tetti di spesa stabiliti, garantendo che ogni prestazione erogata sia conforme alle normative vigenti. Inoltre, il monitoraggio trimestrale dell’utilizzo dei tetti assegnati garantirà trasparenza e responsabilità nella gestione delle risorse. Infine, vogliamo riaffermare il nostro obiettivo: ridurre le liste d’attesa e migliorare l’accesso alle prestazioni sanitarie per tutti i cittadini umbri. Intendiamo perseguire questo obiettivo attraverso un nuovo Piano Socio Sanitario regionale che stiamo redigendo condiviso con tutto il mondo della sanità, con nuove assunzioni già programmate e investimenti mirati, per andare a ridurre progressivamente il ricorso ai servizi offerti in convenzione dal sistema sanitario privato. La delibera approvata rappresenta pertanto un passo significativo verso la realizzazione di questi intenti, senza compromettere i principi fondamentali della sanità pubblica che intendiamo rilanciare.”
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