
La procura di Perugia indaga su una centrale di dossieraggio abusivo all’interno. Un uomo della Guardia di Finanza è sotto inchiesta per accesso abusivo a sistema informativo. La vicenda è partita dopo una segnalazione del ministro della Difesa Guido Crosetto. Il militare, le cui iniziali sono P. S. (lo scrive La Verità, ripresa da Open), lavorava fino a poco tempo fa nel Nucleo Speciale di Polizia Valutaria della Gdf insieme ad altri due colleghi. E nel mirino ci sono le SOS. Ovvero le Segnalazioni di Operazioni Sospette che arrivano da Bankitalia alla Dna. L’indagine è seguita dal procuratore Raffaele Cantone. Di solito le SOS portano a indagini per sospetto riciclaggio. L’inchiesta è partita dopo la denuncia di Crosetto in seguito a un articolo del giornale Domani.
E la Procura di Perugia conferma: “Qesta mattina alcuni quotidiani nazionali hanno dato notizia di un’indagine in corso da parte di questo Ufficio relativa a presunte informazioni riservate che sarebbero state acquisite da banche dati pubbliche in danno di un Ministro della Repubblica ed è necessario, ricorrendo le “ragioni di interesse pubblico” di cui al comma 2 bis dell’art. 5 del d.lgs n. 106 del 2006 come modificato dal digs n. 188 del 2001, intervenire, in modo trasparente con un comunicato, per alcune precisazioni e puntualizzazioni, pur nel doveroso rispetto del principio di segretezza delle indagini preliminari”.
“Effettivamente questo ufficio e titolare di un’indagine originata da una denuncia presentata nell’ottobre 2022 a Roma dal Ministro della difesa on. Guido Crosetto a seguito della pubblicazione su alcuni giornali di notizie riservate relative alla sua precedente attività professionale. Le indagini, svolte in un primo momento dalla Procura di Roma, avevano portato ad individuare quale autore di alcuni accessi a banche dati pubbliche da ritenersi presumibilmente non leciti un appartenente alla Guardia di Finanza, in forza al Nucleo di polizia valutaria di Roma ma distaccato ad operare presso un gruppo di lavoro che si occupava dello sviluppo di “Segnalazioni di operazioni sospette” (SOS) presso la Procura Nazionale antimafia.
L’uomo, indagato, ha “rivendicato la piena correttezza del suo operato”, scrive la Procura. Secondo Repubblica e Corriere, il finanziere “ha ammesso gli accessi dicendo che si trattava di una pratica abituale, lavorava alla Direzione nazionale antimafia: ora è stato rimosso da quegli uffici ed è indagato per accesso abusivo a sistemi informatici. Dai primi accertamenti, secondo quanto riportato dai due quotidiani, è emerso che la sua attività non era motivata e supportata da richieste della magistratura”. E infatti – conferma la Procura – “nel frattempo sono emersi dalle investigazioni svolte anche ulteriori possibili accessi non leciti e per questo da aprile le indagini sono continuate nel massimo riserbo. Gli accertamenti – conclude la nota – vengono condotti con la piena collaborazione e in totale sintonia con il procuratore nazionale antimafia, che già prima dell’avvio delle indagini aveva provveduto radicalmente a riorganizzare il servizio SoS”.
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