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L’associazione di tartufai Tuber Terrae – Area del monte Subasio ha festeggiato i suoi primi 20 anni

Le celebrazioni il 4 giugno a Valtopina insieme ad enti e istituzioni con i quali ha collaborato

La Tuber Terrae – Area del monte Subasio ha spento le sue prime 20 candeline. E lo ha fatto, festeggiando questa importante ricorrenzadomenica scorsa (4 giugno) nel centro polivalente “Subasio” di Valtopina insieme ai rappresentanti di enti, istituzione e associazioniche in questi anni hanno collaborato alle iniziative dell’associazione.

Da ormai due decenni, infatti, l’associazione di tartufai opera nei comuni attorno al Subasio, da Assisi a Nocera Umbra, fino allo Spoletino, passando per Valtopina, Foligno, Spello, Trevi, con iniziative che hanno lo scopo di far conoscere il mondo del tartufo e valorizzare la biodiversità.

Tante le iniziative svolte nel corso del tempo, in collaborazione con soggetti diversi, fra le quali battute di cerca, escursioni, gare, borsa del cane, lezioni con le scuole e nelle principali manifestazioni del territorio. Fra le iniziative più recenti, quelle legate alla tutela della biodiversità, con la gestione di impianti tartufigeni, nata grazie anche alle convenzioni con diversi Comuni e Afor, e, grazie anche all’aiuto di privati, il via al progetto “Adotta un albero” e l’istituzione dei due primi Boschi della ecosostenibilità, a Valtopina e a Nocera Umbra.

A ricordare le tappe salienti di questi primi 20 anni è stato il presidente della Tuber Terrae, Francesco Mirti, affiancato dal direttivo: Antonio Angelini, Sante Ascani, Lorenzo Buffatello, Giuseppino Buonacucina, Fabio Capponi, Nazzareno Chioccioni, Luciano Eleuteri, Franco Giommi, Mirko Mariani, Emanuele Palazzi, Americo Panella, Francesco Quarta, Rosato Ronchetti. Fausto Schiantella, Gianni Terenzi.

Alle celebrazioni di domenica scorsa, la Tuber Terrae ha invitato i rappresentanti di Regione, Comuni, associazioni e tutti coloro che in questi anni hanno collaborato alle iniziative e ai progetti dell’associazione.

Fra i presenti, Stefano Pastorelli (capogruppo Lega in Consiglio regionale), Manuela Puletti (consigliere regionale), il sindaco Gabriele Coccia (Valtopina) e i vicesindaci Graziano Coccia (Valtopina), Alberto Scattolini (Nocera Umbra) e Walter Stoppini (Assisi), Francesco Mignani (ex assessore di Assisi), Franco Siena (dirigente del Comune di Assisi), Mirko Egidi (consigliere di Valtopina), Antonella Brancadoro (direttrice dell’associazione nazionale Città del Tartufo), Giancarlo Picchiarelli (delegato Città del Tartufo), Michele Bazzani (dirigente Afor), Sandro Vitali (socio ed ex amministratore Umbria Flor), Luciano Loschi (socio e presidente dell’Accademia italiana delle erbe spontanee), Danilo Cosimetti (ex sindaco di Valtopina), Antonio Bianchini (ex vicesindaco di Valtopina), Romolo Nati (proprietario del terreno del Bosco dell’ecosostenibilità di Valtopina), Domenico Leonardi (presidente associazione Monte Selva), insieme ai rappresentanti di altre associazioni di tartufai del territorio e delle altre associazioni locali. La giornata di celebrazione si è svolta anche con la collaborazione della Pro loco di Valtopina.

“Abbiamo voluto festeggiare i nostri primi 20 anni e, chiamando i soggetti e le persone con le quali abbiamo lavorato, ribadire lo spirito con cui in tutto questo tempo abbiamo operato: con volontà di collaborazione e nel solco del rispetto dell’ambiente e del riconoscimento del valore della biodiversità della flora e della faunaspiega il presidente, Francesco Mirti –. Andare a tartufi non è soltanto un piacere personale: i soci dell’associazione, nel momento in cuiesplicitano questo piacere, portano avanti un codice etico e svolgono anche una funzione per l’intera collettività: quella di sentinella del territorio, perché andando in giro per i boschi vigilano e osservano tutto ciò che accade. Inoltre, l’associazione ha lavorato e sta lavorando perché la libera cerca venga tutelata e rispettata nel miglior modo possibile, anche contribuendo al dibattito in corso. Da ultimo, sottolineiamo che il tartufaio, con il riconoscimento a patrimonio immateriale dell’umanità della cerca e cavatura del tartufo da parte dell’Unesco, è diventato in qualche in qualche modo il depositario vivente di questo patrimonio”.


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