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Svelati i segreti dell’acquedotto romano della Formina di Narni

Dopo duemila anni dalla sua realizzazione, per la prima volta in modo approfondito, l’acquedotto romano della Formina di Narni è stato ripercorso e studiato in tutti i suoi aspetti. L’acquedotto romano detto “Formina” fu forse costruito dal curator aquarum Nerva, nel 27 d.C. sotto l’impero di Tiberio. L’acquedotto è lungo 13 km circa e mantiene una pendenza costante. Si snoda lungo le pendici delle colline, attraversa tre monti con altrettanti trafori e attraverso i ponti supera alcuni corsi d’acqua. L’acquedotto raccoglieva le acque di sette sorgenti lungo un percorso di 13 chilometri e la pendenza media si aggirava sul cinque per mille. Dall’origine, o per meglio dire dalla base del “Bottino con caduta” che è a quota m. 318 s.l.m, alla cinta muraria di Narni, si ha un dislivello di m. 62,5 pari a una pendenza media del 4,9 per mille.

La sua storia – si legge sul Corriere dell’Umbria – è racchiuso in un suggestivo volume realizzato da tre autori, Giada Bagnetti, Annamaria Loretani e Roberto Nini, corredato dalle stupende foto di Mauro Montini, intitolato “La memoria dell’acqua”. L’acquedotto romano della Formina, che ha dissetato la città di Narni fino alla seconda guerra mondiale, è una grande opera d’ingegneria idraulica, lunga bel 13 chilometri e attribuita al nonno dell’imperatore Marco Cocceio Nerva.

Foto in evidenza da UmbriaTourism


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