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Pace in Medio Oriente, presidente Regione Umbria Proietti: “La pace di oggi non è un punto di arrivo”

“Aspettavamo da tempo questo passo. L’auspicio – ha aggiunto la presidente - è che le parti rispettino i termini dell’accordo“

“E’ un passo che il mondo attendeva da tempo, un segnale di speranza che auspichiamo si traduca in una pace duratura che faccia cessare per sempre le armi e gli atti di violenza atroce che fino a oggi si sono consumati nella Palestina in seguito all’attacco terroristico del 7 ottobre di due anni fa”, ha dichiarato la presidente Proietti.

“Certa di interpretare il comune sentire della comunità regionale, dell’Umbria, terra vocata alla pace e al dialogo, alla vigilia della marcia PerugiAssisi – ha affermato la presidente – non possiamo che gioire per questo primo risultato raggiunto che permetterà di guardare al futuro con altri occhi. Finalmente è stata ascoltata la voce di chi, come le piazze di tutta Italia, da tempo a parole e con gesti sta chiedendo la fine delle ostilità, la fine della violenza contro gli innocenti, la fine di un genocidio in favore finalmente della pace ‘disarmata e disarmante’”. 

“La pace di oggi non è un punto d’arrivo – ha aggiunto la presidente – ma l’inizio di un percorso di riconciliazione che richiede coraggio e responsabilità da parte di tutti. Di fronte a una tragedia che ha causato decine di migliaia di vittime e distrutto un intero territorio, è tempo di restituire centralità alla dignità umana, al diritto internazionale e al dialogo fra i popoli. Nessuna vittoria militare potrà mai compensare il dolore di un bambino, di una madre o di una popolazione a cui è stata negato il diritto di esistere”.

La presidente ha sottolineato come l’Umbria, terra di San Francesco e San Benedetto, “continuerà a farsi portavoce di un messaggio di pace autentico, fondato sulla giustizia e sul rispetto reciproco in cui il riconoscimento della Palestina sarà essenziale. La nostra regione è pronta a contribuire con le proprie reti di solidarietà, con le scuole, le università e le associazioni umanitarie, affinché il silenzio delle armi apra la strada alla ricostruzione morale e materiale di Gaza e del popolo palestinese tutto anche in Cisgiordania”.

“L’auspicio – ha aggiunto la presidente – è che le parti rispettino i termini dell’accordo con il rilascio di tutti gli ostaggi israeliani, il cessate il fuoco a Gaza e finalmente lo stop alla grave crisi umanitaria, e che tutto questo sia propedeutico alla soluzione di due Stati per due popoli”.


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