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Israele e Hamas raggiungono un primo accordo di pace: l’annuncio di Trump sul piano Usa

Nei prossimi giorni lo scambio di ostaggi e il ritiro parziale delle truppe israeliane

A due anni dalla campagna militare lanciata da Israele a Gaza in risposta all’attacco del 7 ottobre 2023, in cui Hamas han ucciso circa 1.200 persone e ne ha preso in ostaggio altre 251 (sono invece 67.183 sono state uccise dalle operazioni militari israeliane a Gaza, tra cui 20.179 bambini, secondo il ministero della Salute palestinese), Israele e Hamas hanno raggiunto l’accordo sulla “prima fase” del piano per sospendere i combattimenti e rilasciare almeno i 20 ostaggi ancora vivi nel weekend. Un piano fortemente voluto dal presidente americano, che si è speso fortemente e in prima persona per far giungere le parti a un accordo.

“Sono molto orgoglioso di annunciare che Israele e Hamas hanno entrambi approvato la prima fase del nostro Piano di Pace. – ha scritto Trump sul suo Truth Social – Questo significa che tutti gli ostaggi saranno liberati molto presto, e Israele ritirerà le proprie truppe fino a una linea concordata come primo passo verso una pace forte, duratura e perpetua. Tutte le parti saranno trattate equamente! È un giorno straordinario per il mondo arabo e musulmano, per Israele, per tutte le nazioni circostanti e per gli Stati Uniti d’America, e ringraziamo i mediatori del Qatar, Egitto e Turchia, che hanno lavorato con noi per rendere possibile questo evento storico e senza precedenti. Che Dio benedica i portatori di pace!”, ha concluso il tycoon.

Secondo l’Ansa, sul del ritiro delle forze israeliane si sa ancora molto poco, ma Israele dovrà ritirarsi sulla linea, il che dovrebbe richiedere meno di 24 ore; dopodiché, scatterà il termine di 72 ore per il rilascio degli ostaggi israeliani, che dovrebbe quindi avvenire entro lunedì. Secondo fonti di Hamas, nella prima fase verranno liberati 20 ostaggi in cambio di 1950 prigionieri palestinesi, di cui 250 condannati all’ergastolo. Se il piano davvero reggerà (al contrario del precedente di febbraio, quando l’accordo annunciato era poi miseramente fallito), sarà una delle più grandi vittorie diplomatiche del presidente americano, che aspira anche a vincere un Nobel per la pace.


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