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Il più antico Statuto medioevale dell’Umbria in mostra a Todi

L'esposizione, dal 30 ottobre nella Torre dei Priori, riguarderà undici codici medievali manoscritti

Lunga vita allo Statuto Medioevale del Comune di Todi del 1275, il più antico dell’Umbria, del quale ricorrono nel 2025 i 750 anni dalla sua approvazione. Per festeggiare il primato e il traguardo della sua conservazione nell’Archivio Storico Comunale, giovedì 30 ottobre verrà inaugurata una mostra realizzata, negli spazi della Torre del Palazzo dei Priori, con la collaborazione del Centro Italiano di Studi sul Basso Medioevo – Accademia Tudertina.
Il taglio del nastro sarà preceduto, alle ore 17:00, da una conversazione pubblica tra Enrico Menestò, presidente del comitato per le celebrazioni, ed Emore Paoli, docente universitario, moderati da Filippo Orsini, direttore dell’Archivio Storico Comunale.
Presentando l’edizione critica con traduzione italiana a fronte, curata da Gaia Sofia Saiani, ricercatrice dell’Università di Perugia, i tre relatori permetteranno di conoscere meglio la nascita di questa legislazione scritta di cui in età medievale i comuni si dotarono per regolamentare la vita della comunità in tutti i suoi aspetti.
Grazie ai loro interventi la platea sarà condotta in un viaggio nel tempo, fin dentro la città di Todi otto secoli addietro. Lo Statuto regolava infatti ogni aspetto: dall’amministrazione della giustizia civile e penale, al diritto tributario e finanche quello internazionale, ma anche ogni questione attinente alla viabilità, all’edilizia civile, ai mercati, alle corporazioni, al controllo del paesaggio, delle acque e dei beni pubblici, l’igiene e l’ordine pubblico.
“Il codice originale – spiega il dottor Filippo Orsini – veniva collocato in un ambiente apposito del Palazzo comunale, incatenato a un banco di consultazione (stautum cum catena) per garantirne a tutti la consultazione e, al contempo, per impedirne la sottrazione”.
“Questo corpo legislativo – sottolinea il professor Massimiliano Bassetti, dell’Università di Bologna, illustrando il senso della mostra – era così importante che tutti i podestà, al momento del loro insediamento, dovevano giurare sui Vangeli di osservarlo e di garantirne il rispetto. Tuttavia lo Statuto non era una codificazione fissa e immutabile: ogni anno, infatti, veniva in parte rinnovato e aggiornato in modo da adeguare le sue norme alle sempre nuove esigenze politiche e sociali”.
Lo Statuto del 1275 esposto in mostra è stato in precedenza sottoposto ad un accurato restauro, insieme ad altri quattro facenti parte della più ampia “collezione” di undici codici manoscritti, dal XIII al XVI secolo, custoditi nei sotterranei dell’ex convento di San Fortunato.
“Il restauro prima e la valorizzazione oggi – sottolinea il Sindaco di Todi Antonino Ruggiano – assume un profondo significato simbolico: la cura del documento antico è, essa stessa, un atto di cittadinanza, un modo per rinsaldare il legame tra la città e la sua storia. Restituire alla comunità e al mondo della ricerca uno dei testi fondativi della nostra identità cittadina rappresenta un atto di responsabilità verso il passato, ma anche un investimento sul futuro”.
“In un’epoca in cui la memoria storica rischia spesso di essere trascurata – evidenzia l’assessore comunale alla cultura Alessia Marta – questa iniziativa nasce dalla convinzione che la cultura, quando è radicata nella storia e condivisa con la cittadinanza, possa costituire la base di un rinnovato senso di appartenenza e coesione.
Nel celebrare i 750 anni dello Statuto, Todi rinnova l’impegno a custodire e valorizzare il patrimonio documentario del medioevo comunale, nella convinzione che solo attraverso la conoscenza critica del passato sia possibile comprendere la profondità delle nostre istituzioni.


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