Il Tribunale Amministrativo Regionale per l’Umbria ha giudicato in parte improcedibile (quanto alla preapertura della caccia alla tortora) e per il resto ha respinto la richiesta di annullamento del Calendario Venatorio regionale 2024-2025 e le delibere collegate; a presentare il ricorso LIPU, WWF, ENPA e dalla Lega nazionale per la difesa del cane, nei confronti della Regione Umbria e dell’Ambito territoriale di caccia A.T.C. Perugia 1, con l’intervento ad opponendum anche della Federazione Italiana della Caccia nazionale e di Federcaccia Umbra.
Ad agosto la giunta aveva approvato una modifica al Calendario Venatorio 2024 – 2025, con un atto deliberativo preadottato che introduce alcune novità. Tra le modifiche più rilevanti, c’è la modifica della caccia in preapertura nella giornata del primo settembre. Oltre alle tortora, che potrà essere cacciata esclusivamente da appostamento, dalle 6:15 alle 19:30 con la registrazione dei prelievi sul sistema web regionale, nello stesso giorno sarà possibile cacciare, sempre da appostamento, anche altre specie come la cornacchia grigia, la gazza, la ghiandaia e il piccione di città.
Modificate le date di prelievo per alzavola, marzaiola, germano reale, colombaccio, beccaccia, beccaccino, canapiglia, cesena, codone, fischione, folaga, frullino, gallinella d’acqua, mestolone, porciglione, tordo bottaccio, tordo sassello, volpe, cacciabili dal 15 settembre 2024 fino al 30 gennaio 2025. Inoltre, dal 2 ottobre 2024, sarà possibile cacciare cornacchia grigia, gazza e ghiandaia fino al termine della stagione il 30 gennaio 2025. La delibera aveva modifiche anche ai giorni di caccia consentiti. Nel mese di settembre, oltre alla giornata del 1° settembre, la caccia sarà permessa le domeniche 15, 22 e 29, così come i mercoledì 18 e 25 e i sabati 21 e 28. Per il resto della stagione, i cacciatori potranno scegliere tre giorni alla settimana per l’attività venatoria, con il divieto di caccia nei giorni di martedì e venerdì, che rimarranno giorni di silenzio venatorio.
In estrema sintesi il Tar ha riconosciuto la correttezza delle argomentazioni che hanno portato all’individuazione di tali date, basando la decisione su dati scientifici più aggiornati rispetto a quelli utilizzati dall’ISPRA, il cui parere è obbligatorio e non vincolante se ci sono motivazioni specifiche, come nel caso dell’Umbria dove sono stati prodotti studi recenti e aggiornati. A esprimere soddisfazione tra gli altri la consigliera della Lega Emanuele Puletti, “a dimostrazione che i ‘paletti’ indicati dall’Unione europea, anche in materie come la caccia, possono e devono essere interpretati e coniugati alle effettive esigenze e connotazioni del territorio e non acquisiti in modo asettico”
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