L’Umbria che Spacca, edizione da record: cinque giorni ricchi di musica e oltre 10mila biglietti venduti
Gli organizzatori: "Dimostrazione di come si possano fare cose enormi partendo dal basso"
Con la serata finale pop punk “Rebel Sunday” di domenica 7 luglio ad ingresso gratuito insieme a La Sad, Vanilla e Bambole di Pezza si è conclusa una straordinaria 11/a edizione dei record per il festival ‘L’Umbria che spacca’. I Giardini del Frontone in festa, e ancora per l’ultima sera gremiti di tanti giovani, hanno così chiuso il sipario ad una cinque giorni (3-7 luglio) di musica, talk e incontri nel centro storico di Perugia.
Quest’anno è stata superata la soglia dei 10mila biglietti venduti, per la precisione 10.634 con i concerti sold out di Mahmood e della coppia Salmo e Noyz Narcos. Dal pop di qualità e da classifica si è passati al rap, ma anche per il cantautorato di Colapesce Dimartino e di Fulminacci, gli altri concerti che hanno caratterizzato e infiammato il “Main Stage” nelle due serate iniziali.
Sempre sold out tutti gli altri palchi: quest’anno erano 8 in totale le aree della città coinvolte. Si confermano di successo quindi anche i risvegli musicali del “Garden Stage” all’Orto botanico medievale e i concerti-interviste alla Galleria nazionale dell’Umbria per “La Galleria che spacca”. Così come “UniPg Stage” nel parcheggio della Facoltà di Agraria o la “Chill Area” davanti all’ingresso del Frontone. Senza dimenticare le novità “Deejays for Breakfast” al T-Trane Record Store e gli appuntamenti ed incontri, tra divulgazione sociale ed intelligenza artificiale, per “UniStraPg Stage” nel rooftop di Palazzo Gallenga e “StageGPT”, in collaborazione con la Regione Umbria, nella sede dell’associazione Tangram.
Lo slancio verso la contemporaneità, spingendo e dando spazio a tutto quello che arriva dalle radio, che gira nei social, su spotify e su youtube, è quello che caratterizza fin dalla nascita un festival come ‘L’Umbria che spacca’, con il meglio della scena musicale contemporanea italiana che ha trovato casa a Perugia per cinque giorni.
Promuovere fortemente anche la territorialità, con band e artisti locali che hanno ancora una volta suonato di spalla a grandi artisti, è l’altra forza del festival. UCS 2024 è stata infatti una opportunità unica per chi realizza musica originale in Umbria di mettersi in gioco e conquistare il palco e le luci del festival. Sotto i riflettori quindi anche tanti giovani protagonisti della scena musicale umbra, tra artisti, band e collettivi.
Oltre 30 concerti/appuntamenti, circa 200 artisti coinvolti e 59 band. Musica e incontri dalle 6 della mattina alle 1 di notte. Umbria che Spacca è stato anche questo, per una idea di campus musicale da grande festival europeo: non è solo il palco dove si suona ad attrarre ma tutte le attività collaterali. Ed è stata infatti la multidisciplinarità a caratterizzare ancora di più questa edizione.
Oltre ai biglietti venduti c’è stato un popolo soprattutto di giovani (10mila circa le persone che hanno gravitato nella zona dei palchi serali ogni giorno) che ha vissuto la città per 24 ore e a 360 gradi. Giovane e pieno di entusiasmo anche lo staff del festival con oltre 100 volontari coinvolti, la vera energia che sorregge l’Umbria che Spacca.
“L’edizione 2024 di Umbria Che Spacca – affermano il direttore artistico del festival, Aimone Romizi, e il presidente dell’associazione organizzatrice Roghers Staff APS, Andrea Mancini – è stata ancora una volta la dimostrazione di come si possano fare cose enormi partendo dal basso, di come c’è ancora una popolazione giovanile che ha voglia di mettersi in gioco con competenza, freschezza e maturità. Sappiamo bene quali ancora possono essere i nostri margini di miglioramento e ringraziamo davvero tutte le istituzioni, i partner e gli sponsor che ci accompagnano in questo percorso. Abbiamo già molti progetti per il futuro e chiediamo per l’associazione un sostegno strutturale e continuativo per permetterci di crescere e consolidarci nel tempo”.
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