Ha preso il via ieri, mercoledì 17 aprile, la XVIII edizione del Festival Internazionale del Giornalismo che si conferma Perugia capitale globale dell’informazione. Fino a domenica 21 aprile, il centro storico della città ospiterà quasi 600 speaker provenienti da tutto il mondo, pronti ad alternarsi ai microfoni di più di 200 eventi in programma.
Un’edizione più internazionale che mai, grazie soprattutto alle numerosissime e importanti proposte arrivate durante la fase organizzativa dell’evento, a sottolineare la fiducia e la stima consolidate nei confronti del Festival. Un evento considerato unico e magico grazie al lavoro di questi anni che ha visto crescere e ampliare sempre più la rete di partecipanti (speaker e pubblico) e la sua community internazionale. Reputazione consacrata dall’invito di ottobre scorso a New York all’incontro annuale delle fondazioni filantropiche che sostengono il giornalismo in America e non solo, organizzato da Media Impact Funders.
Ai due fondatori e organizzatori, Arianna Ciccone e Christopher Potter, è stato chiesto di raccontare il modello del Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia. Il titolo dell’intervista affidata a Miguel Castro direttore di Global Media Partnerships della Bill & Melinda Gates Foundation restituiva in pieno l’immagine che questa manifestazione ha presso sponsor, sostenitori e pubblico all’estero: ‘The International Journalism Festival: Feeling the Spirit of Public Interest Journalism Worldwide in the Streets of a Medieval Italian Hill Town’.
Giornalismo, attivismo, mondo accademico, le nuove frontiere della tecnologia e del digitale. Dalla scala globale alle stradine del borgo antico di Perugia, torna a darsi appuntamento nel 2024 la comunità #ijf sempre più allargata e interconnessa, unita dal bisogno di capire il presente per incamminarsi verso il futuro.
Tra i temi di questa edizione c’è prima di tutto la guerra. Dall’Europa, alla Russia, al MedioOriente, #ijf24 dedica ampio spazio alle analisi di autorevoli firme del giornalismo internazionale e alle testimonianze dirette degli inviati più coraggiosi, che lavorano nelle zone di conflitto del mondo.
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