Avis Umbria, aumentano le donazioni ma non si raggiunge l’autosufficienza plasmatica
L’associazione chiede nuove apparecchiature per aferesi e promuove il ricambio generazionale dei donatori
Si è tenuta domenica 16 aprile a Spoleto la 56esima assemblea regionale di Avis Umbria, nella ricorrenza del settantesimo anniversario della fondazione dell’Avis Comunale. Presenti, tra gli altri, Enrico Marconi, presidente regionale di Avis Umbria, Roberto Bastianelli, presidente Avis comunale Spoleto, la dottoressa Marta Micheli, responsabile Sit Usl Umbria 2, Andrea Sisti, sindaco di Spoleto e, per Avis nazionale, i consiglieri Francesco Bassini ed Egidio Conte.
Dati incoraggianti sul fronte del numero complessivo di donazioni sono emersi nel corso dell’assemblea, essendo queste attestatesi a 39.322 su base regionale nel 2023, con un aumento quindi del 2,93% rispetto alle donazioni del 2022 (38.202), praticamente vicine a quelle del 2017 (39.519), con la provincia di Perugia che addirittura ha migliorato anche il dato del 2017. Il dato assume anche maggiore rilievo se si considera che pressoché tutte le Avis della Provincia di Terni, nel periodo fine luglio-metà dicembre, hanno risentito in maniera decisiva del divieto di donare sangue intero per coloro che fossero transitati per Roma, dove erano stati registrati casi positivi di dengue.
“Da un lato, dunque – ha spiegato Marconi – è sicuramente un dato positivo l’inversione del trend di decrescita di donatori e donazioni che ormai segnava una costante dagli anni 2014-2015 e fino al 2020 compreso, dall’altro dobbiamo segnalare che le donazioni di plasma, seppur aumentate nel 2023 di circa il 18,5% (+ 443), non sono state sufficienti per garantire i fabbisogni della regione. La raccolta del plasma nel 2023 è stata di 10.862 chilogrammi (+ 7,6% rispetto al 2022) mentre sarebbe dovuta arrivare ad almeno 11.540 chilogrammi, con un incremento globale di almeno il 14,3%”. “Pertanto – ha continuato Marconi – è necessario che il sistema trasfusionale pubblico si attrezzi meglio per favorire la raccolta di plasma presso i Punti di raccolta fissi (Prf) periferici con significativi bacini di donatori: pensiamo ai Prf di Assisi, Castiglione del Lago e della Media Vale del Tevere. Già da prima dell’insediamento di questo Consiglio Direttivo doveva essere espletata una gara per l’acquisto di nuove apparecchiature per l’aferesi ma ad oggi detta gara non è stata sbloccata. Sarebbe sufficiente attivare almeno una seduta settimanale in ciascuno dei Prf sopra indicati per garantire a nostro avviso come minimo altre 6-700 plasmaferesi all’anno e raggiungere così l’agognata autosufficienza plasmatica. Avis Umbria chiede dunque a gran voce e in via prioritaria, che venga attivata la raccolta di plasma nei Prf ove affluisce un considerevole numero di donatori”.
“L’altra sfida è il ricambio generazionale – ha proseguito Marconi –. In Umbria calano i residenti e la popolazione invecchia, così anche i donatori. Puntiamo a mettere in campo politiche di promozione delle donazioni per raggiungere fasce di età tra i 18 e 35 anni, senza dimenticarci dei 40-50enni”.
“Inoltre, c’è il fatto estremamente positivo – ha concluso Marconi – che, accogliendo i nostri reiterati solleciti, la Regione Umbria nel mese di ottobre 2023 ha insediato il nuovo Centro regionale sangue (Crs) e deliberato a fine dicembre il nuovo Piano regionale sangue e plasma (Prsp). Avis regionale ha dapprima attivamente partecipato ai lavori propedeutici all’insediamento del Crs e poi ai lavori di detto organismo per la elaborazione del nuovo Prsp prima, e per la sua attuazione, poi”.
I dati donazionali dei primi mesi del 2024 sono in linea, ed anzi migliori, di quelli del 2023. Al 31 dicembre 2023 i donatori di Avis in Umbria sono stati 29.473 rispetto ai 29.160 del 2022 con un aumento dello 1,1%; gli associati (donatori e collaboratori) sono 30.368 rispetto ai 29.995 del 2022 con un aumento dello 1,2%. Da segnalare, infine, i buoni risultati del progetto pilota di telemedicina che vede Cascia e Usl Umbria 2 protagonisti unici in Italia. Il progetto permette di coordinare in remoto l’attività del medico trasfusionista e del personale infermieristico che agisce in presenza. Grazie a questa iniziativa, il volontario si reca al centro trasfusionale di riferimento, ma effettua il colloquio per l’idoneità con un medico che fisicamente è in un’altra struttura.
“In questo modo abbiamo scongiurato la chiusura del centro di raccolta sangue – ha spiegato la dottoressa Micheli – perché il medico doveva percorre lunghe tratte solo per il colloquio con il paziente, talvolta occupando l’intera giornata per il rientro in sede, sottraendo quindi risorse ai servizi immunotrasfusionali di riferimento. Tutto ciò, in tempi di carenza di personale, creava grandi disagi”.
Avis invita tutti coloro che ancora non donano, che si trovano in buona salute e che abbiano una età compresa tra i 18 ed i 60 anni, ad iscriversi e a donare il proprio sangue e plasma, prenotando la donazione presso una delle sedi i cui riferimenti sono nel sito www.avisumbria.it.
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