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Tragedia a Terni, detenuto appicca incendio e muore intossicato

L'uomo era stato trasferito in Umbria da pochi giorni, si indaga per capire la dinamica

Tragedia al carcere di Terni dove un uomo di 35 anni, come riportato dal Tgr Umbria, è morto all’interno del carcere di vocabolo Sabbione, a Terni. L’uomo sarebbe morto per il fumo di in incendio da lui stesso appiccato all’interno della propria cella e che avrebbe intossicato anche gli altri detenuti. Aperta un’indagine interna; sui fatti indaga anche il pm Raffaele Pesiri.

Inmediato il commento del Sappe da sempre attento al carcere di Terni e alle sue problematiche. “Siamo amareggiati e inca..volati neri. Questa è una tragedia annunciata ed è anche la conseguenza di una sottovalutazione alle continue sollecitazioni di intervento per il Sabbione che il SAPPE fa da mesi e mesi. Un uomo che perde la vita durante la detenzione è sempre una sconfitta per lo Stato: e questo nonostante il personale di Polizia Penitenziaria abbia fatto di tutto per evitarlo”. E’ il commento di Fabrizio Bonino, segretario nazionale per l’Umbria del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, alla tragedia avvenuta nella serata di ieri al Sabbione di Terni.

“L’uomo deceduto è uno straniero, con problemi psichiatrici, che ha dato fuoco a tutto quello che aveva in cella ed in pochissimo tempo è stato sopraffatto dalla fiamme e dal denso fumo nero che si è propagato. A fatica i poliziotti presenti e quelli arrivati di rinforzo, anche liberi dal servizio, sono riusciti a intervenire, rimanendo anche intossicati, ma purtroppo non c’è stato nulla da fare. Non vi erano avvisaglie che il detenuto avrebbe potuto compiere l’insano gesto. Era stato assegnato qui dal Provveditorato regionale della Toscana e l’altro ieri aveva avuto una udienza in Liguria”, prosegue. “Siamo inca..volati neri perché questa è una tragedia avvenuta nel contesto di una situazione penitenziaria assai critica che da mesi denunciamo e rispetto alla quale nessun intervento è stato mai adottato. Il Sabbione è una polveriera, lo denunciamo da mese, e dicemmo anche che continuando così sarebbe accaduto l’irreparabile: cosa avvenuta ieri sera con la morte dell’uomo nonostante il tempestivo intervento degli Agenti. I vertici dell’Amministrazione penitenziaria della Toscana, da cui dipende l’Umbria, si devono dimettere per le loro incapacità a dare soluzioni ai problemi penitenziari umbri e della Polizia Penitenziaria che nelle carceri regionali lavora. Il DAP mandi subito una visita ispettiva in carcere ed accerti tutto ciò che il SAPPE denuncia da mesi, senza però avere visti gli auspicati provvedimenti correttivi!”.


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