I mutui a tasso variabile sono un vero problema per gli italiani. Gli effetti degli aumenti dei tassi di interesse da parte della Banca Centrale Europea si sentono sulla rata a tasso variabile. Stando alle ultime rilevazioni di Banca d’Italia, i tassi di interesse sui prestiti erogati nel mese di gennaio alle famiglie per l’acquisto di abitazioni sono saliti al 3,95% dal 3,36% di dicembre. Si tratta del dato più alto degli ultimi 10 anni. I tassi sulle nuove erogazioni di credito al consumo al 9,79 per cento (dal 9,22 nel mese precedente).
E la Banca centrale europea a marzo alzerà ancora i tassi di interesse. Lo ha confermato Christine Lagarde, presidente della Bce: “C’è l’intenzione di “alzare i tassi di altri 50 punti base”, cioè dello 0,5%, e poi valuteremo il successivo percorso di politica monetaria”, ha detto Lagarde. La Banca centrale europea ha deciso più volte lo scorso anno di alzare i tassi d’interesse. A luglio li ha alzati per la prima volta da 11 anni, dopo che erano rimasti fissi su livelli piuttosto bassi. La scelta è stata fatta per tentare di frenare l’altissimo tasso di inflazione. Grazie anche agli aumenti degli ultimi mesi, l’inflazione è rallentata e la situazione sembra essere leggermente migliorata. Lo scopo ultimo è ancora quello di “riportare l’inflazione al nostro obiettivo del 2%, in linea con il nostro mandato”, ha spiegato la presidente della Bce, “e assumeremo le misure necessarie per farlo”.
L’ultima volta che la Bce ha deciso degli aumenti nei tassi d’interesse è stato poche settimane fa, a inizio febbraio. Già allora la banca aveva annunciato l’intenzione di proseguire con gli aumenti anche a marzo. I tassi di interesse che la Bce controlla sono quelli che definiscono anche tutti gli altri tassi di interesse, inclusi quelli per i mutui. L’effetto più immediato di questo aumento è per chi ha un mutuo a tasso variabile: le rate in questo caso sono legate all’Euribor – un tasso di interesse di riferimento in Europa – e quindi aumenteranno. Come suggerisce il nome, invece, i mutui a tasso fisso non avranno variazioni, poiché in quel caso le rate sono stabilite con la banca nel momento in cui si accende il mutuo. Christine Lagarde ha specificato che “da marzo in poi la Bce valuterà il suo percorso di politica monetaria sulla base dei dati reali”. Per questo, non è ancora certo quando l’aumento dei tassi si fermerà, né quando eventualmente potrebbero tornare a scendere.
In questo ultimo periodo i tassi di interesse sui nuovi prestiti alle imprese sono stati pari al 3,72% (3,55% nel mese precedente) – come riporta Milano Finanza – quelli per importi fino a 1 milione di euro sono stati pari al 4,15%, mentre i tassi sui nuovi prestiti di importo superiore a tale soglia si sono collocati al 3,42%. I tassi passivi sul complesso dei depositi in essere sono stati pari allo 0,49% (0,45% nel mese precedente). A gennaio i depositi del settore privato sono diminuiti dell’1,8% sui dodici mesi, accelerando il trend negativo di dicembre (-0,7%). La raccolta obbligazionaria è aumentata dello 0,7% sullo stesso periodo dell’anno precedente, tornando in positivo dopo il calo dell’1,5% di dicembre. Per i prestiti relativi rivolti alle sole famiglie, sempre nel primo mese dell’anno sono aumentati ma solo del 3% su base annua, un dato in rallentamento rispetto al 3,3% del mese precedente. I finanziamenti alle imprese hanno registrato un lieve aumento dello 0,1%, a fronte di una variazione nulla a dicembre.
Banca d’Italia ha aggiunto che i prestiti al settore privato, corretti sulla base della metodologia armonizzata concordata nell’ambito del Sistema europeo delle Banche centrali, sono cresciuti dell’1,6% sui dodici mesi, in frenata rispetto al +2,1% del mese precedente. Infine, in valori assoluti, le sofferenze lorde passano a 30,332 miliardi di euro da 30,135 miliardi di dicembre e le nette a 15,273 miliardi da 14,232 miliardi. Oggi, per lo stesso mutuo – si legge su Milano Finanza – il Taeg sale al 3,10% sul variabile, 3,49% sul fisso, con una maggiore rata mensile rispettivamente da +122 e +116 euro rispetto a due anni fa. Va peggio a chi ha acceso (o decide oggi di accendere) a un mutuo da 200 mila euro della durata di 20 anni: qui per il tasso variabile il Taeg passa dallo 0,39% e una rata mensile pari a 858 euro del settembre 2021 al 3,62% di oggi e una rata mensile pari a 1.160 euro, con un incremento di spesa da +302 euro a rata. Per il tasso fisso si passa da un Taeg dello 0,86% e rata mensile da 903 euro a un tasso del 3,80%, e rata mensile da 1.165 euro (+262 euro a rata).
Sulla questione degli aumenti dei tassi sui mutui a tasso variabile, anche l’intervento del Codacons: “Il rialzo dei tassi porta una famiglia che ha acceso un mutuo a tasso variabil ad affrontare oggi una maggiore spesa fino a una maggiorazione di 3.624 euro all’anno rispetto a quanto pagato nel 2021, mentre chi decide oggi di accendere un mutuo a tasso fisso spende tra i 1.400 e i 3.144 euro, a seconda della tipologia di mutuo, rispetto a chi ha avviato lo stesso finanziamento nel 2021.
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