Sono stati inaugurati il 6 marzo, gli spazi condivisi del progetto di housing sociale all’interno del complesso delle Corti perugine, nell’area dell’ex tabacchificio di via Cortonese. Erano presenti il sindaco del Comune di Perugia, Andrea Romizi, l’assessore alle politiche sociali e diritto alla casa Edi Cicchi, l’assessore all’urbanistica Margherita Scoccia, la vicepresidente dell’assemblea legislativa della Regione Umbria, Paola Fioroni, il direttore generale della Fondazione Perugia, Fabrizio Stazi, il direttore del Distretto del Perugino dell’Usl Umbria 1, Alfredo Notargiacomo, il senior vice president Fund Management Public Sector & Social Housing Prelios SGR Spa, Armando Ricca, il rappresentante del Consorzio Abn – Gestore Sociale, Roberto Bonifazi, il project manager presso Fondazione Housing Sociale, Roberta Conditi. Hanno partecipato anche la consigliera comunale Cristiana Casaioli, rappresentanti di numerose associazioni e il coro del centro socio-culturale di Pian di Massiano che ha offerto un intrattenimento musicale.
Il progetto di housing sociale delle Corti perugine offre un totale di 171 appartamenti in classe energetica A di varie dimensioni. Al momento ne risultano completati 89. Quelli destinati ad essere affittati (senza patto di futura vendita) sono già stati dati in locazione. Il taglio del nastro ha riguardato gli spazi di condivisione aperti a tutti gli abitanti del complesso, al quartiere e a tutta la città che crede nella circolazione delle competenze, nella condivisione delle idee e nei processi di contaminazione e supporto reciproco. Tra gli spazi comuni c’è il living al piano terra dell’edificio 4, circa 225 metri quadrati arredati in maniera leggera e funzionale alle varie attività che potranno essere ospitate. Il living è dotato anche di cucina e bagno.
Sabato 25 febbraio, in particolare, come spiegato da Roberta Conditi della Fondazione Housing Sociale di Milano, ha preso il via il laboratorio “Casa nuova, vita nuova: progettiamo le attività collaborative”, tappa del percorso di start up di comunità. Gli abitanti del complesso hanno ragionato insieme, tra vicini di casa, sulle prime attività collaborative da avviare e sperimentare confrontandosi su quattro temi: cibo, cura dei bambini, socialità e tempo libero, attività quotidiane.
Lo spazio living delle Corti, come detto, si rivolge ai condomini delle palazzine del progetto, ma anche a tutte le persone e le realtà che vi gravitano attorno. È un contenitore aperto e informale dedicato agli interessi aggregativi, culturali e sociali, che facilita gli incontri e le relazioni tra gruppi e la collaborazione con le istituzioni.
“Riqualificare la città è sempre importante, ma in questo caso i nuovi spazi hanno un significato particolare. Qui le persone possono incontrarsi, vivere insieme e scambiare esperienze”, ha commentato l’assessore Cicchi. “A questo aspetto sociale – ha anche annunciato – se ne aggiungerà un altro attraverso il progetto di cohousing intergenerazionale che stiamo portando avanti con Regione e Usl grazie a un finanziamento ministeriale. Vogliamo che anziani, persone con disabilità, studenti e famiglie che lo desiderano possano riscoprire proprio all’interno di questo complesso la socialità che si è persa soprattutto negli anni dell’emergenza sanitaria”.
“La rigenerazione urbana può incidere sia sui luoghi fisici sia sulla struttura sociale di un quartiere e i locali che oggi inauguriamo ce lo ricordano – è poi intervenuta l’assessore Scoccia -. Ringraziamo tutti gli attori coinvolti nella realizzazione di una visione innovativa che, attraverso spazi dedicati ad attività comuni e laboratori, punta a superare l’isolamento che talvolta caratterizza e limita la vita nelle nostre città”.
Anche secondo la vicepresidente dell’assemblea legislativa regionale, Paola Fioroni, progetti come quello che si realizza in via Cortonese presentano aspetti multidimensionali che possono offrire una risposta al problema della solitudine. Il direttore Stazi ha ribadito il pieno sostegno della Fondazione a un’operazione che persegue obiettivi di sviluppo sociale ed economico.
Come invece spiegato da Notargiacomo, “la Usl intende contribuire attivamente per portare all’interno del complesso un punto di assistenza sanitaria, in particolare un punto infermieristico e anche alcune attività da trasferire eventualmente dal punto di erogazione di Madonna Alta”.
Armando Ricca, che ha definito l’operazione in corso a Perugia “uno dei progetti più belli d’Italia”, ha espresso l’auspicio che la costruzione della seconda parte del complesso possa essere avviata nel giro di un paio di mesi. Bonifazi, dal canto suo, ha sottolineato che “ormai ci troviamo in un complesso abitato e con una lista d’attesa per gli appartamenti in affitto. Oltre al living condiviso, abbiamo voluto intercettare anche altre progettualità per rafforzare la dimensione sociale della struttura”.
“In questi luoghi – ha sottolineato il sindaco Andrea Romizi – si può apprezzare il valore della rigenerazione urbana che non si esaurisce con la sistemazione e rivalorizzazione di quelle aree talvolta degradate, talvolta abbandonate. Qui rigenerare si traduce anche in un nuovo impulso sociale e in nuova linfa per la comunità che ci abita. E noi siamo certi che questi spazi condivisi possano essere l’incipit di percorsi inediti, volti a promuovere nella loro più alta espressione i valori della condivisione, dell’inclusione e della socialità”.
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