“Ho visto l’orrore – Il futuro della memoria”. Questo il titolo dell’iniziativa organizzata dall’associazione Club amici della Stampa che si è tenuta domenica 26 febbraio all’Auditorium “Gioacchino Messina” di Orvieto.
Sami Modiano, 93enne, sopravvissuto al campo di sterminio di Aushwitz-Birkenau e testimone della Shoah, Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, insignito anche con la Croce al Merito di Prima Classe dell’Ordine al Merito di Germania, ha incontrato il vicepresidente della Comunità Ebraica di Roma, Ruben Della Rocca, in una intervista moderata da Roberto Conticelli. Nel corso dell’incontro Alberto Romizi, vicepresidente dell’Università della Terza Età di Orvieto, ha letto alcuni passaggi del libro autobiografico di Modiano edito da Rizzoli “Per questo ho vissuto. La mia vita ad Auschwitz-Birkenau e altri esili”.
“Frequentavo la terza elementare nell’isola di Rodi dove vivevo con la mia famiglia quando, un giorno, mi chiamò il mio maestro alla cattedra. Io ero pronto per farmi interrogare, ma l’insegnante mi parlò invece con espressione cupa e la voce bassa. Mi disse: “Sami, tu sei espulso dalla scuola, da domani non potrai più tornarci”. Io chiesi perché e lui mi disse: “Te lo spiegherà tuo padre”. Erano state appena approvate le leggi razziali. Quel giorno ho perso la mia innocenza. Quella mattina mi ero svegliato come un bambino. La notte mi addormentai come un ebreo”.
È cominciato così il racconto del viaggio di Sami Modiano nell’incontro pubblico stracolmo di persone tra cui moltissimi studenti. Dopo aver perso la mamma Diana, venne trasferito in Germania insieme a tutti i componenti della piccola comunità ebraica di Rodi. Quel viaggio disumano che durò un mese, nell’estate del 1944, era iniziato su un mercantile utilizzato per il trasporto di animali, ancora sporco degli escrementi delle bestie e proseguì in un vagone piombato fino al campo di sterminio.
Una volta arrivati, il padre Giacobbe fece di tutto per tenere con sé i figli, ma venne brutalmente massacrato dai nazisti che le strapparono la sorella Lucia, destinata ad andare con le altre donne. Dopo pochi mesi, sia Giacobbe che Lucia erano morti. La straziante odissea di questa bambino, rimasto solo al mondo che è poi riuscito a salvarsi miracolosamente da quel meccanismo di morte di Auschwitz, ha toccato il cuore di tutti e alla fine erano molti i volti rigati di lacrime tra le tante persone che hanno deciso di dedicare la loro domenica mattina ad ascoltare questa preziosa e lucida testimonianza.
Alla fine dell’incontro, Modiano ha chiamato di fronte a sé i giovani studenti presenti a cui ha mostrato il numero identificativo del campo di sterminio che ha impresso sul braccio sinistro. “Voi siete fortunati, avete delle famiglie che vi vogliono bene, fate in modo che non venga mai dimenticato quello che è successo a noi. Vi abbraccio uno ad uno” ha detto.
Il sindaco di Orvieto, Roberta Tardani ha portato il saluto dell’amministrazione comunale ed ha accolto con favore la proposta lanciata da Ruben Della Rocca di concedere la cittadinanza onoraria a Sami Modiano.
Dal giugno del 2021 Sami Modiano è anche cittadino onorario di Assisi. Il riconoscimento – fortemente voluto dall’amministrazione della città Serafica e insieme al Museo della Memoria della Diocesi – è stato consegnato anche a Edith Bruck, Alessandra Bucci, Donato Di Veroli, Agata (Goti) Herskovits Bauer, Lea Gattegno, Virginia Gattegno, Rosa Hanan Mallel, Alberto Israel, Stella Levi, Gilberto Raffaele Salmoni, Liliana Segre, Giuseppe Varon, Diamantina Vivante e Arianna Szorenyi e postumo alla memoria di Nedo Fiano.
Foto: Comune di Orvieto
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