
(Fla.Pag.) Si è conclusa con 70 indagati e ha coinvolto anche l’Umbria, l’Operazione Gotha, messa a punto dalla Polizia postale di Catania contro la pirateria audiovisiva. Diverse le perquisizioni condotte e i sequestri, che hanno interessato le province di Ancona, Avellino, Bari, Benevento, Bologna, Brescia, Catania, Cosenza, Fermo, Messina, Napoli, Novara, Palermo, Perugia, Pescara, Reggio Calabria, Roma, Salerno, Siracusa, Trapani, L’ Aquila e Taranto. L’ operazione si è avvalsa dell’ ausilio del personale dei Centri Operativi Sicurezza Cibernetica di Palermo, Reggio Calabria, Roma, Bologna, Napoli, Perugia, Ancona, Pescara, Milano, Bari e Torino. L’accusa è di “associazione a delinquere a carattere transnazionale finalizzata alla diffusione di palinsesti televisivi ad accesso condizionato”. Gli indagati, inoltre, devono rispondere di un’altra serie di reati tra cui “il riciclaggio, trasferimento fraudolento di beni, sostituzione di persona, possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi, indebito utilizzo e falsificazione di strumenti di pagamento diversi dai contanti”.
Come da nota della questura di Perugia, “L’operazione “Gotha” ha visto il coinvolgimento anche del Centro Operativo Sicurezza Cibernetica della Polizia Postale di Perugia che ha eseguito una perquisizione nei confronti di un reseller residente nell’hinterland perugino. In particolare, il 46enne aveva il compito di provvedere all’acquisizione e gestione della clientela interessata ai prodotti illegali “commercializzati” dall’organizzazione criminale. Considerata la delicatezza dell’operazione, gli agenti che sono intervenuti hanno finto di essere ufficiali giudiziari incaricati di una notifica di atti, al fine di poter accedere velocemente all’interno dell’abitazione. Il proprietario di casa è stato così sorpreso dagli operatori, in una stanza trasformata in centrale illegale di streaming, nella quale venivano gestiti e conteggiati i profitti derivanti dagli “abbonamenti”. Al termine dell’attività il 46enne è stato denunciato in stato di libertà mentre i computer, i telefoni e la strumentazione informatica di ultima generazione, che erano ancora in funzione all’atto della perquisizione, sono stati sottoposti a sequestro e messi a disposizione della Procura di Catania”.
Le indagini – che hanno preso avvio grazie agli spunti probatori di una precedente operazione della Polizia postale di Catania (operazione “Blackout”) e che sono state avviate dal Centro operativo sicurezza cibernetica di Catania con il coordinamento del Servizio polizia postale di Roma – hanno permesso di scoprire Le indagini, avviate dal Centro operativo sicurezza cibernetica di Catania con il coordinamento del Servizio polizia postale di Roma, hanno permesso di scoprire l’ esistenza di una associazione criminale organizzata in modo gerarchico (capo, vice capo, master, admin, tecnico, reseller), i cui capi erano distribuiti sul territorio nazionale (Catania, Roma, Napoli, Salerno e Trapani) ed all’ estero in Inghilterra, Germania e Tunisia. A essere colpite Sky, Dazn, Mediaset, Amazon Prime, Netflix, attraverso il sistema delle Iptv illegali con profitti mensili per molti milioni di euro.
Ingenti sarebbero infatti i guadagni: nel corso delle perquisizioni sono stati sequestrati 50.000 euro in contanti, ma solamente nei mesi di indagine gli indagati avrebbero guadagnato circa 10 milioni di euro ma si ritiene che i danni per l’ industria audiovisiva potrebbero ammontare ad oltre 30 milioni di euro mensili, considerato che l’ operazione ha – secondo le stime della Polizia – fatto luce sul 70% di streaming illegale nazionale. Il flusso illegale delle IPTV è stato inibito agli utenti e nel corso delle perquisizioni è stato sequestrato numeroso materiale informatico e dispositivi illegali per le connessioni e le attività di diffusione dello streaming. I clienti sarebbero circa un milione: Ogni abbonamento costava mediamente 10 euro al mese e permetteva di vedere in chiaro tutte le piattaforme a pagamento. Il ‘ venditore’ aveva un utile di pochi euro, 2-3, per ogni ‘ contratto’ che riusciva a ‘ stipulare’ . Anche loro, come i clienti, verranno sanzionati penalmente o amministrativamente”.
(aggiornamento delle 14)
Foto di Glenn Carstens-Peters | Unsplash
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