Gubbio, il ‘caso’ del pranzo di pesce “indimenticabile” che spopola sul web e le precisazioni del ristoratore
Sul web in questi giorni girano audio 'horror' che descrivono scene apocalittiche. Ma l'attività non ci sta e anche la Usl interviene: "Nessuna intossicazione". Si tutela anche la città

È diventato un caso social il fatto che sarebbe successo in un ristorante di Gubbio. “Diarrea collettiva e panico davanti ai bagni” alla fine di un pranzo di pesce. A raccontarlo un eugubino in uno dei numerosi vocali che rimbalzano sulle app di messaggistica. A quanto si racconterebbe, l'”indimenticabile” pranzo – che avrebbe radunato circa una decina di persone – dovrebbe risalire all’8 o al 9 ottobre scorso. Ma dal ristorante al centro della vicenda arrivano alcune precisazioni. E anche la Usl Umbria 1 precisa: “In riferimento agli eventi riconducibili ad un pranzo collettivo a base di pesce che sarebbe avvenuto lo scorso 2 ottobre a Gubbio, il pronto soccorso dell’ospedale di Gubbio – Gualdo Tadino ha registrato 3 accessi di persone che hanno partecipato al suddetto convivio ma con sintomatologie non riconducibili a tossinfezioni alimentari, tra cui una persona che è stata visitata per aver riportato una lieve ferita dopo un incidente stradale e che, dopo gli opportuni controlli, è stata dimessa. Nessun caso di malattia infettiva o di intossicazione alimentare è stata segnalata, neppure in via ufficiosa, al servizio di igiene e sanità pubblica della sede di Gubbio dell’Usl Umbria 1”.
Secondo la ricostruzione fatta da alcuni audio whatsapp, tra i commensali ci sarebbero anche diversi iscritti a un’associazione della città, che avrebbero portato loro stessi nel locale il pesce pescato durante un’uscita in barca al mare, ma evidentemente conservato male. Gli effetti dei prodotti consumati sarebbero stati pesanti, ma per fortuna senza particolari conseguenze, tanto che all’ospedale di Branca non risultano ricoverati per intossicazione alimentare.
Scene “apocalittiche” si sarebbero verificate sia davanti ai bagni del ristorante, incapaci di accogliere tutti quelli che sarebbero stati colpiti dalla dissenteria, che davanti al ristorante dove si sarebbe assistito a un fuggi fuggi verso le auto: alcuni sarebbero riusciti a risalire nelle vetture per correre a casa, altri sarebbero stati costretti ad accasciarsi sull’asfalto. Per tutti, fortunatamente, gli effetti del pranzo di pesce si sarebbero fatti sentire solo per poche ore.
Ma il ristorante di Gubbio al centro della vicenda ha deciso – come detto – di dire la sua affidando un messaggio a Facebook: “Poiché quel che ha avuto inizio come un semplice ‘sparlare’ si sta protraendo nel tempo e soprattutto, considerato che la divulgazione di notizie false e diffamatorie sta arrecando un danno all’immagine del ristorante, anche ben oltre i confini della città, invito chiunque a cessare simili comportamenti”, si legge tra l’altro nel post. “Auspichiamo – ha aggiunto la direzione – di non doverci trovare difronte a pubblicazioni su noti social, dove spesso dilaga ogni informazione possibile, pur se non veritiera, perché a quel punto ci troveremmo costretti a dover tutelare, ai sensi di legge, l’immagine dell’attività e di chi con noi lavora duramente tutti i giorni per offrire ai clienti un servizio onesto e di qualità, come sempre avvenuto negli anni“.
A tutelarsi, c’è anche la città umbra. “Il Comune di Gubbio tutela e tutelerà sempre l’immagine della città e la sua reputazione in ogni modo e forma. Per questo non esiteremo ad arrivare alle estreme conseguenze legali davanti a certe immagini, post e sconsiderate illazioni”. E ancora: “L’eccellenza della nostra capacità di accoglienza non può assolutamente essere messa in discussione, da nessuno e per nessuna ragione, rappresentando essa, peraltro in un momento non facile legato ai vertiginosi aumenti delle bollette, un autentico patrimonio cittadino che, con i lavoratori che ne fanno parte, difendiamo e difenderemo ad ogni costo”.
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