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Rispetto dell’ambiente e smaltimento di rifiuti speciali: Progeco srl azienda fra le eccellenze in Umbria

La bonifica dell’amianto fra le numerose attività: azienda umbra con sede a Bastia Umbra, ha fatto di questi importanti temi il centro del proprio operato

Rispetto dell’ambiente, amore per la natura, tutela del territorio, recupero e smaltimento dei rifiuti: sono temi, cari ai più, oggi al centro del dibattito pubblico. E in Umbria, nello specifico con sede a Bastia Umbra, c’è una realtà che fa di questi temi il cardine della propria attività.

La Progeco s.r.l. nasce nel giugno 2006 dall’iniziativa di due soci già operanti nel settore della tutela ambientale. La società opera nel campo della gestione dei rifiuti speciali e delle bonifiche di materiali contenenti amianto. Dall’inizio si è sviluppata negli anni andandosi a consolidare come realtà del territorio regionale. I soci fondatori sono sempre stati sensibili alle tematiche ambientali e l’esperienza maturata negli anni e nel settore specifico li ha portati a condividere questo progetto. L’azienda offre un servizio di raccolta, trasporto e recupero/smaltimento di tutte le tipologie di rifiuti speciali sia pericolosi che non pericolosi che possono essere prodotti dalle varie attività quali ad esempio vernici, diluenti, filtri olio, contenitori vuoti, stracci e carta contaminati da sostanze pericolose, rifiuti sanitari a rischio infettivo. Attraverso le convenzioni che hanno stipulato con i maggiori impianti di recupero/smaltimento rifiuti, gestiscono qualsiasi tipologia di rifiuto prodotto dalle ditte. I principali clienti sono industrie, artigiani, attività di servizio e commercio e – nello specifico – falegnamerie, officine meccaniche e di riparazione veicoli, attività di lavorazione dei metalli, odontotecnici, parrucchiere e centri estetici, idraulici ed elettricisti, imprese edili.

“La politica aziendale – spiega Loris Saviano, socio di Progeco S.r.l. – proprio perché la gestione ambientale è insita nello stesso oggetto sociale della stessa, si fonda sui principi della limitazione dell’impatto ambientale in un’ottica di protezione dell’ambiente e di prevenzione dell’inquinamento. Si predilige il conferimento dei rifiuti, ove possibile, a impianti di recupero, si promuovono e sostengono iniziative orientate a sensibilizzare gli interlocutori esterni ai temi della tutela ambientale adottando un approccio preventivo, al fine di gestire gli aspetti ambientali dei propri servizi, secondo un modello capace di promuovere, compatibilmente con le risorse a disposizione, l’utilizzo delle migliori tecnologie disponibili a basso impatto ambientale e dei dispositivi atti alla riduzione degli sprechi delle risorse naturali”.

Le tematiche ambientali sono sempre più al centro dell’attenzione e del dibattito pubblico: “I temi dell’inquinamento dell’aria, del suolo e dell’acqua – continua Saviano – sono evidenziati giornalmente dagli organi di informazioni in funzione anche degli accadimenti che derivano da tali problematiche. Siamo tutti consapevoli che i cambiamenti climatici siano dovuti anche ai nostri comportamenti e credo che se ognuno di noi facesse un piccolo gesto quotidiano per la protezione, la salvaguardia e la tutela dell’ambiente, come sprecare meno acqua oppure raccogliere un rifiuto da terra, questo possa contribuire a limitare i gravissimi effetti negativi a cui stiamo assistendo”.

La Progeco S.r.l. segue un iter procedurale a seconda dei tipi di rifiuto. Le attrezzature di cui Progeco dispone sono principalmente bilance portatili e transpallet pesatori per la verifica del peso dei rifiuti all’atto del ritiro e materiali per il confezionamento e l’imballaggio dei rifiuti quali fusti, fustini, taniche, cisternette, cartoni per rifiuti sanitari e sacchi big-bag.

“Per poter effettuare l’attività di trasporto di rifiuti speciali sia pericolosi che non pericolosi – spiega Loris Saviano – le aziende devono essere obbligatoriamente iscritte all’Albo Nazionale Gestori Ambientali nella categoria 5, in caso di trasporto di rifiuti speciali pericolosi, oppure in categoria 4 per i rifiuti non pericolosi. Chi si rivolge a imprese non dotate di autorizzazione oppure effettua un trasporto in conto proprio non essendo abilitato, rischi sanzioni che vanno dall’arresto da tre mesi a un anno o ammenda da duemilaseicento euro a ventiseimila euro se si tratta di rifiuti non pericolosi oppure arresto da sei mesi a due anni e ammenda da duemilaseicento euro a ventiseimila euro se si tratta di rifiuti pericolosi”.

I rifiuti prodotti dai privati sono considerati rifiuti urbani e dunque gestiti dal servizio pubblico di raccolta oppure portati c/o le isole ecologiche comunali. Purtroppo non tutti i rifiuti possono essere conferiti alle piazzole comunali; i rifiuti costituiti da guaine bituminose, cartongesso, lane minerali e simili devono essere affidati a ditte come la nostra in possesso di tutte le autorizzazioni del caso.

Purtroppo l’utilizzo dell’amianto è un problema ancora troppo attuale: “Personalmente – spiega Saviano – ho iniziato a occuparmi di amianto dalla fine degli anni 90, prima come tecnico esterno e dopo, conseguendo le necessarie abilitazioni, come tecnico gestionale/operativo. La nostra politica aziendale è mirata alla tutela dell’ambiente e comprende pienamente l’importanza dei temi ambientali e della sostenibilità”.

Altro aspetto di notevole importanza e caro a Progeco S.r.l. è la bonifica. Progeco è specializzata in due settori specifici che riguardano la bonifica dei materiali contenenti amianto e la raccolta, trasporto e smaltimento dei rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi prodotti da Enti, attività industriali, artigianali, commercio e servizi. L’amianto è stato molto utilizzato fino agli inizi degli anni 90. I manufatti in cemento amianto utilizzati in edilizia erano molteplici e dunque a tutt’oggi è molto diffuso all’interno di edifici industriali, civili e pubblici. “Dobbiamo considerare – spiega Saviano – che l’amianto veniva utilizzato fin dall’antichità in funzione delle particolari proprietà di resistenza agli agenti corrosivi e al calore e che la massiccia diffusione dei prodotti in amianto nel nostro Paese ha avuto inizio negli anni 50. I prodotti più diffusi erano legati all’edilizia con i manufatti in cemento-amianto (lastre, tubazioni, canne fumarie, serbatoi idrici, ecc.) e quelli in vinil-amianto (pavimentazioni, piastrelle, ecc.) ma lo stesso minerale veniva anche utilizzato per materiali di frizione, per guarnizioni e per coibentazioni”.

“Purtroppo all’amianto – continua – sono collegate varie patologie (asbestosi, tumore polmonare e mesotelioma) che ogni anno producono circa 6.000 vittime come sostenuto dall’Osservatorio nazionale amianto – Ona. Le vicende più conosciute sono sicuramente quelle legate alla fabbrica dell’Eternit di Casale Monferrato, alla miniera di Balangero e a quelle più recenti dell’Ilva di Taranto. Possiamo solamente dire che la cancerogenicità dell’amianto era nota fin dagli anni 70 e solamente nel 1992 l’Italia ha promulgato la norma che vietava l’estrazione e l’utilizzo di questo minerale. Considerando, infine, la latenza della manifestazione delle patologie amianto-correlate che varia dai 15 ai 45 anni, possiamo sicuramente sostenere che c’è stato un forte ritardo nel prendere gli adeguati provvedimenti e che anche in questo caso il potere economico ha avuto la meglio sulla salute dei cittadini”.

Foto in evidenza: Freepik

(Progeco s.r.l. è uno degli sponsor di Umbria Social e delle testate del gruppo editoriale Assisi News

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