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Dopo il ritiro, Francesco Magnanelli torna nella sua Città di Castello

L'ex capitano del Sassuolo è stato celebrato proprio nel campo dove ha tirato i primi calci

Uno striscione con la scritta “Francesco, un capitano esempio di sport e di vita per i nostri giovani”, con la foto di Francesco Magnanelli, ha accolto l’ex capitano del Sassuolo nel ritorno nella sua Città di Castello. È stato collocato in mezzo al terreno di gioco dell’Achille Baldinelli a pochi chilometri di distanza dalla casa dove è nato e cresciuto e dove risiede la sua famiglia e rimarrà per sempre nello stadio.

Una sorpresa che il “Puma” ha gradito – spiega il Comune di Città di Castello in una nota – tanto da commuoversi prima di partecipare alla breve cerimonia di consegna di premi e attestati alla carriera. “Qui c’è il mio cuore, la famiglia, gli amici, la mia gente. E’ straordinario vedere e toccare con mano oggi, ma sempre, tanto affetto e considerazione nei miei confronti” ha detto Magnanelli, che cominciò la sua carriera con la Junior Castello calcio. “Questa società – ha aggiunto – è stata per me una seconda famiglia, una palestra di vita, l’università del calcio come la chiamavamo noi facendo sorridere il nostro grande allenatore, Dante Selvi, una persona eccezionale. Lì sono cresciuto fra gioie e qualche difficoltà come tutti, superate grazie ai genitori e all’ambiente sano e amichevole. Spero di aver trasmesso nel corso degli anni un buon esempio ai giovani che proprio qui come me oltre trenta anni fa oggi muovono i primi passi con i sogni e le speranze che avevo io”.

“Questa bellissima sorpresa – continua l’ex Sassuolo – mi dà la forza di proseguire con maggiore determinazione e orgoglio verso nuovi obiettivi dopo l’addio alla carriera di calciatore. Spero di aver trasmesso nel corso degli anni un buon esempio ai giovani che proprio qui come me oltre trenta anni fa oggi muovono i primi passi con i sogni e le speranze che avevo io: ne sono sicuro come me allora anche loro oggi troveranno in questo impianto e stadio, maestri di vita e di sport all’insegna dei valori etici, morali, fair play, principi che vengono prima dei risultati. Qui c’e’ scritto ovunque. Grazie”.

All’’iniziativa, coordinata dai giornalisti, Paolo Puletti e Massimo Boccucci, schierati in mezzo al campo, i dirigenti della A.s.d. Junior Castello Calcio con in testa, il Presidente, Lorenzo Pieracci, affiancato da alcuni dirigenti che alla fine degli anni ‘80 fondarono la Polisportiva Tiferno 90 che si è poi trasformata nell’attuale società di grandi tradizioni nel settore giovanile affiliata proprio con il Sassuolo del “Magna”: presenti anche il sindaco Luca Secondi e l’assessore allo Sport, Riccardo Carletti, in rappresentanza del comune che lo scorso anno incoronò il capitano del Sassuolo come testimonial della cultura e dell’arte nel periodo in cui si celebrava il 500enario della morte di Raffaello, che da queste parti ha lasciato un segno indelebile.

Città di Castello gli ha degnamente reso omaggio proprio sul campo dove tutto è cominciato e respirando l’aria dell’ambiente in cui ha mosso i primi passi quando lasciava la casa nella frazione Badiali per la passione che sarebbe diventata la professione. “Sono arrivato bambino e chiudo da uomo” ha detto il 21 maggio scorso alla vigilia dell’ultima partita giocata in neroverde contro il Milan diventato campione d’Italia al Mapei Stadium.

Nel suo percorso ci sono stati tanti allenatori importanti, da Massimiliano Allegri che l’ha portato in B con gli emiliani a Eusebio Di Francesco che l’ha spinto in A, passando per Andrea Mandorlini, Stefano Pioli, Daniele Arrigoni, Cristian Bucchi, Beppe Iachini, Roberto De Zerbi e Alessio Dionisi con il quale ha salutato il calcio giocato.

La favola moderna di Magnanelli, costruita con l’esordio nei professionisti sedicenne a Gubbio per poi transitare per il Chievo, la Fiorentina e la Sangiovannese come preludio all’eterno amore giurato al Sassuolo, che proseguirà visto il suo inserimento nello staff tecnico di Dionisi nella prossima decima stagione dei neroverdi in A. Il legame così forte con Sassuolo gli ha conferito nel 2015 le chiavi della città, un riconoscimento affettivo che l’ha sempre inorgoglito facendogli apprezzare ancora di più la città dove vive e dove sono nati i suoi figli. La sua maglia numero 4 potrebbe essere ritirata, ma lo storico capitano lascia ad altri la decisione perché nel profondo del cuore è già solo sua.


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